Capisci a mme!!!
L’incomunicabilità non solo è un fenomeno sociale reale ed
attuale di recente invenzione, ma risale alla preistoria. Oggigiorno sono
addirittura certi mezzi di comunicazione che ostacolano la comunicazione o la
facilitano. Dipende dai casi… Prendiamo ad esempio la televisione ed internet
da incamerare addirittura mamma TV. La tecnologia informatica ha fatto passi da
gigante, ma, come tutte le invenzioni, se ne può fare un buono ed un cattivo
uso se non addirittura un ottimo o un pessimo uso. Uso ed abuso sono i confini
naturali di quasi tutte le operazioni umane. Se dopo pranzo – ad esempio – bevi un bicchiere di vino, ti fa bene, ma se
ti scoli tutto il fiasco ti fa male. Recenti indagini parlano addirittura di
“dipendenza da internet” quasi fosse un male addirittura contagioso. Nel
Giappone, leggevo, ci sono dei ragazzi che stanno davanti al computer
ventiquattro ore al giorno rifiutandosi di uscire e comunicare coi coetanei
nella maniera tradizionale. Un fenomeno collettivo che può portare ad un
isolamento sociale certamente non positivo. Non parliamo degli altri misfatti
sul sociale per non allargare il campo
della nostra singolare trattazione. Come
vecchio professore sono per l’innovazione nel campo educativo. Penso che un
giorno non lontano il computer sostituirà il banco scolastico e che il supporto
cartaceo cederà il posto a quello informatico. Non ho fatto la scoperta
dell’America e sono nato durante la seconda guerra mondiale, quando la penna
d’oca aveva ceduto il posto al pennino Cavallotti o Umberto I° pur rimanendo il
calamaio d’inchiostro. Ma anche allora se ne faceva cattivo uso scrivendo cose
offensive. L’isolamento sociale è stato sempre, per me, come insegnante, al
primo posto nella scuola, specialmente quando andai ad insegnare in una scuola
media in provincia di Torino. I ragazzi provenivano da molte regioni d’Italia e
più che insegnare la grammatica italiana usai quella … regionale. Il risultato
fu straordinario e di questo ne vado orgoglioso. Oggi i dialetti sono quasi
scomparsi e vengono addirittura rievocati dalle Pro Loco e associazioni
culturali come memoria storica di un territorio. Non voglio parlare della
qualità morale ed educativa di certi mass media. Quando un ragazzo si isola e
si chiude nel suo mondo virtuale ventiquattro ore al giorno spesso non serve lo
psicologo…serve solo portarlo nel mondo della realtà. Magari allo stadio a vedere la partita di pallone…
Catello Nastro
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