giovedì 29 dicembre 2011

AUSER ad Agropoli

Attività AUSER di Agropoli

FAVOLOSO SPETTACOLO DI FINE ANNO

Giovedì 29 dicembre 2011, alle ore 19, nella Sala Polifunzionale “Giovanni Paolo II”, col patrocinio del Sindaco di Agropoli, avv.Franco Alfieri, dell’Assessore alla Identità Culturale dott. Franco Crispino, organizzato dalla locale AUSER, si è tenuto uno spettacolo a tema natalizio. Dopo un breve discorso del Presidente della nota associazione, prof.ssa Elvira Lo Bascio, hanno preso la parola  lo scrittore dottor Domenico Chieffallo ed il dott.Franco Crispino che hanno premiato i partecipanti al recente concorso di pittura,organizzato dall’associazione, con un artistico attestato di merito. Un’ora di spettacolo condotto da Marisa Fiorentino, coi cantanti solisti Mariano Barilari e Mimmo Rizzo, con la voce e la chitarra del noto cantante napoletano Andrea Anonimo ed un coro tutto al femminile, che hanno deliziato gli spettatori in una sala gremita di appassionati provenienti anche da paesi vicini. Poesie, canzoni, cori e tanta allegria hanno gratificato il pubblico che ha ringraziato con  meritati e prolungati applausi. Lo scambio di Auguri per il Nuovo Anno ha concluso la bellissima serata.

Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com

martedì 27 dicembre 2011

Concerto per la pace ad Agropoli

CONCERTO PER LA PACE AD AGROPOLI


Domenica 26 dicembre 2011, con inizio alle ore 20,30, nella Chiesa della Madonna delle Grazie ad Agropoli, a cura dell’Associazione Culturale “Classica Cilento” si è tenuta la decima edizione del “Concerto per la Pace”.  Sotto la direzione del M° Raffaele Iannicelli, di Agropoli, si è esibita l’Orchestra da Camera di Benevento, col soprano Sonia Reale e Silvano Maria Fusco al violoncello solista.  L’orchestra da camera di Benevento è formata di giovani strumentisti già distintisi nella loro carriera per meriti artistici. Membri di prestigiose orchestre italiane, hanno al loro attivo, individualmente, lunga attività di solisti nonché cameristi conseguendo dovunque riconoscimenti pubblici nonché enorme successo ed  avendo all’attivo esibizioni in sale prestigiose in Italia ed all’estero. Durante la serata sono stati eseguiti pezzi di Brahms, Puccini, Verdi, Vivaldi, Lehar, Corelli. Al termine del concerto a tutti gli spettatori è stato regalato un libro. Iniziativa realizzata in collaborazione con le associazioni “Altragiustizia” e “Fabbrica di idee”. Notevole il successo e meritato.

Comunicato stampa a cura  di
agropolicultura.blogspot.com

venerdì 23 dicembre 2011

Natale nel Cilento

IL PRANZO DI NATALE NEL CILENTO

Anche oggi gli anziani (come me!) sono ancora legati alle antiche tradizioni del Natale. Pur essendo di origini napoletane, ma essendo venuto a contatto con la cultura cilentana gia nel 1951, ho abbracciato, per la verità, e con piacere, tutte le tradizioni gastronomiche ed enologiche del Cilento, rinnovellando, ogni tanto anche quelle delle origini napoletane. Il pranzo della vigilia di Natale, come vuole la tradizione è a base di pesce. Ma nel Cilento interno questo non era possibile ed i più ricchi potevano permettersi il lusso del baccalà. Per i meno ricchi ci si rifugiava nelle minestre di verdure ed in altre pietanze a base di pasta e pane, che escludevano la carne. Il pranzo di una famiglia media, alla vigilia di Natale poteva così essere composto:
·       verdura mista conservata sott’olio o sotto aceto con qualche alice salata. Note anche le focacce e quelle riempite di verdura prima bollite e salate;
·       ministrone di verdure di stagione anche con pasta fatta in casa;
·       baccalà fritto o alla “sptrita” con peperoncino per propiziare il bicchiere di vino “tuosto”;
·       dolci  fatti in casa, come pizze varie al forno o fritte con olio;
·       frutta secca ( noci e nocelle);
·       vino a volontà, ma solo per gli adulti.
Il pranzo del giorno di Natale era una vera e propria abbuffata, perché la maggior parte delle famiglie aveva l’usanza di ammazzare il maiale qualche giorno prima della festa e consumare quelle parti che non potevano essere salate, essiccate, insaccate e  quindi conservate per lungo tempo.
·       antipasto di “longa” (pancetta stesa o arrotolata con sale,  pepe o peperoncino, affettata sapientemente dal padrone di casa. Era piena di grasso apportatore di colesterolo, ma a quei tempi non si facevano le analisi cliniche è quindi nessuno lo…sapeva;
·       affettato di sausicchie, soppressate e per i più ricchi anche prosciutto;
·       fusilli fatti in casa con ragù di castrato, messo a “pipuliare” per ore ed ore. Naturalmente il piatto recava in cima un bel pezzo di castrato compreso l’osso;
·       carne di maiale arrostita nel focone al fuoco di legna (profumata e selezionata) e portata in tavola ancora calda. Per i nonni carne tritata perché non avevano la dentiera, che a quei tempi non esisteva;
·       verdure varie di contorno;
·       frutta secca che comprendeva anche il famoso fico bianco del Cilento, oggi tanto ricercato, che veniva imbottito con le mandorle del Cilento;
·       il dolce completava il pasto natalizio. Altro che pandoro e panettone! Un vassoio gigante di struffoli, castagnelle e scauratielli, fatti tutti col miele, messo da parte già tempo prima;
·       anche dopo il dolce gli adulti bevevano vino, mentre ai giovani, ragazzi e donne,  era concesso qualche bicchiere di lambiccato, un vino dolce, oggi quasi scomparso, che, unitamente al miglior peretto di primitivo, poteva anche propiziare una nottata di fuoco.
A tarda ora si spegnevano le lanterne, le lucerne, le candele ed i lumini, si metteva la protezione davanti al focone e tutti andavano a dormire. Si mettevano i bambini a letto, si accompagnavano i nonni nelle loro stanze. I genitori chiudevano a chiave la loro stanza e dopo poco si sentiva il rumore delle “sgoglie” dentro il saccone (materasso riempito da involucri delle pannocchie di granoturco, essiccate),  che facevano rumore mentre i genitori continuavano a festeggiare l’evento dimenandosi a più non posso.
Oggi queste antiche usanze sono quasi scomparse. Si va in ristorante, ed i più ricchi vanno pure all’estero. Nel XIX secolo la maggior parte dei Cilentani non conoscevano nemmeno Napoli e molti nemmeno Salerno. Oggi, in compenso, le aziende agrituristiche del Cilento ripropongono le antiche pietanze fatte in casa ed il miglior vino del territorio, ricavato da vitigni straordinari tali da competere con i migliori d’Italia. Un felice Natale a tutti i miei lettori, in particolare modo ai giovani affinché non dimentichino mai le tradizioni, la gastronomia e l’enologia del Cilento. (Catello Nastro)
Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com

giovedì 22 dicembre 2011

Cinema ad Agropoli

Agropoli
CONCLUSA LA RASSEGNA DEI FILM D’AUTORE


Dall’11 novembre al 21 di dicembre 2011, nella Sala Polifunzionale “Giovanni Paolo II”, a cura dell’Associazione “Le Città Invisibili”, della Città di Agropoli e dell’Assessore alla Solidarietà Sociale, Angelo Coccaro, si è tenuta la “RASSEGNA FILM D’AUTORE” sulle tematiche sociali. Undici i film presentati: Liberi di Lavarelli, Cosa voglio di più di Silvio Soldini, Ai raccomandati c’è chi dice no, di G.Avellino, Passione di Turtutto, Salvatore  “Questa è la vita”, di G.P. Cugno, Due vite per caso di A.Aronadio, Habemus Papam di Nanni Moretti, Meat the truth, di G. Zwanikken, Mi piace lavorare –Mobbing, di F.Comencini, Into Paradiso di Paola Randi, Il mio amico Eric di Ken Loach. Una serata speciale sarà dedicata a “Oscar Movies”  - Impronte, musiche ed immagini della storia del cinema.

Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com

mercoledì 14 dicembre 2011

Eventi ad Agropoli

Il 14.XII. 2011 alla Pizzeria “LA BRACE” di Agropoli
PRESENTATO L’ULTIMO LIBRO
DI CATELLO NASTRO

Mercoledì 14 dicembre 2011, nella famosa pizzeria – ristorante “LA BRACE” nei pressi della  Stazione Ferroviaria di Agropoli, dopo una lauta cena , è stato presentato dallo scrittore e storico cilentano Antonio Infante, l’ultimo lavoro letterario di Catello Nastro, edito dalla Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia onlus, di Agropoli, dal titolo  LA POESIA UMORISTICA ED EROTICA CILENTANA”, un quaderno di sessanta pagine, in edizione economica, sedicesimo volume della collana letteraria “Il Cilento nuovo”, diretta da Mario De Pascale, Antonio Infante e lo stesso Catello Nastro. Il pubblico, consistente in una cinquantina di personalità del mondo dell’arte, della cultura e dell’imprenditoria  del Cilento, ha apprezzato e più volte applaudito il presentatore, Antonio Infante, cilentano doc, che ha messo in risalto i contenuti positivi del libro. “Il pregio” del volumetto, consiste proprio nella ricerca fatta su vecchi aneddoti, canti e poesie cilentane fino alla prima metà del secolo scorso. La ricerca, portata avanti per una diecina d’anni, ha portato alla scoperta di fatti ed aneddoti caduti nell’oblio ed ora ripescati con certosina pazienza da Catello Nastro che ne ha tratto addirittura un libro di ben sessanta pagine. I contenuti, pur essendo di carattere umoristico ed erotico, non hanno niente a che vedere né con le classiche barzellette né tanto meno con la dilagante pornografia. Catello Nastro, infatti, presenta uno spaccato di una società che cerca di inventare delle regole che a noi del terzo millennio possono anche non essere condivise solo perchè non conosciamo a fondo l’epoca, i costumi, le tradizioni e l’evoluzione della civiltà contadina del Cilento fino ad un secolo fa. Da notare che Catello Nastro, oltre ad essere stato professore di lettere moderne, è di origini napoletane, ma la maggior parte delle sue pubblicazioni riguardano il Cilento nei suoi molteplici aspetti. I racconti del dopoguerra, l’enologia, la gastronomia, le tradizioni, la rivolta ed i moti rivoluzionari, versi di contestazione, l’antica arte culinaria con i prodotti spontanei della terra, il costume, la mentalità, la poesia d’amore e di sdegno e questa volta la poesia umoristica ed erotica, Poesie tessute su un antico canovaccio quasi illeggibile che, con un lavoro di fantasia e di sistemazione in versi, Catello Nastro ne ha tratto dei veri e propri mini capolavori. Anche il proprietario del Ristorante Pizzeria “LA BRACE” sembra aver abbracciato la causa dell’autore, portando a tavola una squisitissima pizza cilentana con pomodori, basilico e “caso re crapa” (formaggio di capra  stagionato e grattugiato). Alla fine della serata è stato consegnato un libro omaggio a tutti i commensali che hanno chiesto anche la dedica personale dell’autore presente in sala con tutta la famiglia. Un presentazione letteraria, gastronomica, enologica, una forma di socializzazione e fratellanza che, alla fine, ha lasciato tutti contenti per l’anomale, singolare ed originale serata trascorsa assieme


Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com

sabato 10 dicembre 2011

Eventi ad Agropoli

Sabato 10 dicembre 2011 ad Agropoli
IL SINDACO ALFIERI RENDE OMAGGIO
ALLA MEMORIA DEL GIOVANE
CARMINE PALLUOTTO

Sabato 10 dicembre, alle ore 19, nel salone d’ingresso del CENTRO SOCIALE POLIVALENTE “Città di Agropoli” è stato ricordato il giovane Carmine Palluotto, recentemente  scomparso, che fu istruttore del corso di informatica per anziani. La passione che il giovane dedicò ad insegnare i primi rudimenti dell’informatica agli anziani soci del centro ed ai diversamente abili, fa tale che in breve tempo i corsi furono prima raddoppiati e poi triplicati.  Gli anziani volevano entrare nel mondo dell’informatica forse per dimostrare anche a se stessi lo spirito giovanile e la vitalità nel gestire la propria condizione di ultrasessantenni.  Ma il destino fu crudele con lui. Poco più che trentenne Dio lo chiamò a se lasciando un enorme vuoto nella famiglia, nel Centro Sociale e tra i tifosi che la domenica al campo sportivo condividevano vittorie e sconfitte della squadra per la quale facevano il tifo. A ricordare l’opera di Carmine Palluotto, il direttivo del Centro Sociale cittadino, giorni fa, aveva approvato, all’unanimità, la proposta di intitolare la sala computer e biblioteca al giovane scomparso che si prodigò con spirito di abnegazione e solidarietà a favore degli anziani. Alla cerimonia hanno preso la parola il Presidente del CSP, giornalista Lorenzo Barone, il vice presidente signora Dora Capaldo, il prof. Catello Nastro, membro del direttivo, l’assessore alla Solidarietà Sociale dott. Angelo Coccaro ed il Sindaco della città di Agropoli che ha concluso gli interventi. Da notare che il Sindaco Alfieri fu il primo a donare due computer usati, ai quali si aggiunsero di poi altri fino ad arrivare a otto computer, usati a turno per la parte pratica.  Nella sala computer-biblioteca, affollata all’inverosimile, è stata scoperta un’artistica targa  in ricordo di Carmine Palluotto.  Un giovane che dedicò il tuo tempo libero agli anziani, ma a lui stesso,  per un triste destino, non fu concesso di diventarlo.

Comunicato stampa a cura di
Agropolicultura.blogspot.com

martedì 6 dicembre 2011

presenatazione libro ad Agropoli

Presentazione libro di Catello Nastro
Mercoledì 14 dicembre 2011 ad Agropoli
SECONDA EDIZIONE DI “PIZZA E CULTURA”

Mercoledì 14 dicembre 2011, alle ore 19,30, presso il famoso Ristorante Pizzeria “LA BRACE a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Agropoli, in Via Alcide De Gasperi n.60, seconda serata di “Pizza e Cultura” organizzata dalla Libera Università di Arte, Lettere, Musica e Storia onlus di Agropoli. La prima parte comprende la degustazione di stuzzichini e frittura all’Italiana, giro di pizze e vino rosso del Cilento o bibite varie, la seconda parte una breve presentazione dell’ultimo libro di Catello Nastro “LA POESIA UMORISTICA ED EROTICA CILENTANA”, (sedicesimo volume della collana “Il Cilento nuovo” diretta da Antonio Infante, Mario De Pascale e Catello Nastro), da parte dello scrittore Antonio Infante, anche Presidente dell’Associazione sopra citata. La prima edizione si tenne il 12 marzo 2008 sul lungomare di S.Marco ad Agropoli, quando Catello Nastro presentò il libro di poesie “Terzo Millennio” presso il Ristorante Pizzeria “ANNA”. La manifestazione di tre anni fa vide anche la partecipazione del grande cantante chitarrista Angelo Loia,  che entusiasmò gli invitati per le sue bellissime canzoni cilentane. Dopo tre anni questa presentazione si rinnova con un libro nuovo nel suo genere. Naturalmente non si tratta della solita ricerca storica, perché Catello Nastro non è uno storico. E se fa ricerca, la esegue in tutti altri campi. Partecipazione alla cena più una copia del libro in omaggio, dieci euro a persona. Per prenotazioni telefonare allo 0974 821605. Posti limitati.

Comunicato stampa a cura di
Agropolicultura.blogspot.com

Natale in concerto

Concerti di Natale 2011  ad Agropoli 
CHIESA DI S.MARIA DELLE GRAZIE
  *******

Domenica 18
RECITAL PER CLARINETTO E PIANOFORTE

Martedì 20
CONCERTO DI NATALE

Giovedì 22
Caffè Concerto Strass
SUL BEL DANUBIO BLU

Venerdì 23
HAPPY DAY GOSPEL SINGERS
In concerto

Lunedì 26
CONCERTO PER LA PACE

Martedì 27
PAOLA SALURSO IN CONCERTO

Mercoledì 28
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO “G.Martucci”
In concerto

Giovedì 29
GAUDETE GAUDETE CRISTUS EST NATUS
Spettacolo musicale ass. “Il Simposio”

  *******

Comunicato stampa a cura di
Agropolicultura.blogspot.com

domenica 4 dicembre 2011

comunicato


Ristorante – Pizzeria – LA BRACE – tel.0974 821605
Via Alcide De Gasperi n. 60 (a 100  metri dalla stazione ferroviaria)
AGROPOLI (sa)
_______________________________________

Mercoledì 14 dicembre 2011  dalle ore 19,30

PIZZA E CULTURA
seconda edizione

frittura all’Italiana, giro di pizze di vari tipi, bibite e vino rosso della casa – Presentazione (5 minuti) dell’ ultima pubblicazione  (di sessanta pagine) di Catello Nastro

LA POESIA UMORISTICA
ED EROTICA CILENTANA”

Sedicesimo volume della collana letteraria “Il Cilento nuovo” edito dalla “Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia onlus di Agropoli.”
Posti limitati. E’ gradita la prenotazione. Si riservano tavoli da 4 a 12 persone.Quota di partecipazione + libro , euro dieci.


Il Presidente
Antonio Infante


L'articolo della settimana di Catello Nastro

TAGLI AL PRESEPE

Il consiglio dei ministri della Repubblica delle Meraviglie, riunito in seduta straordinaria ad un mese dalle festività natalizie, dopo i tanti progressi apportati alla società cosiddetta civile, ha deciso di apportare dei tagli alla spesa pubblica e privata nell’allestimento del Presepe Natalizio in tutte le Regioni d’Italia e particolarmente in Campania. Gli emendamenti apportati dal governo prevedono una riduzione di pastori, di animali, di infrastrutture e sui consumi energetici. Questi, in sintesi, gli articoli.
1)   viene ripristinata l’ICI sulla Grotta di Betlemme come prima casa;
2)   al posto del Bue e l’Asinello, ci sarà nella grotta solo il bue, mentre l’asinello continuerà a lavorare come un asino. Il bue è meglio che non torna a casa;
3)   I Re Magi al posto di tre saranno uno solo. Anche i cammelli che li trasportano verranno ridotti ad uno solo che porterà l’incenso e la mirra ed a posto dell’oro porterà Buoni del tesoro e titoli azionari in euro.
4)   Nel prato sarà proibito un numero maggiore di tre pecore. Altri tipi di animali sino assolutamente vietati;
5)   Tra i tagli al commercio, un apposito emendamento prevede il divieto di panettoni e dolciumi vari e la vendita di solo pane. Non più di dieci pizze al giorno condite solo con olio, basilico e pomodori, con esclusione di mozzarella o altri formaggi.
6)   Il numero degli angeli sulla grotta è ridotto da due a uno;
7)   Gli zampognari non potranno essere più due ma uno solo. Viene data comunque facoltà di scegliere tra la zampogna o la ciaramella;
8)   Per i risparmi energetici viene eliminato il ruscello con la carta stagnola e l’acqua che scende versata dal motorino elettrico. Viene data comunque facoltà  di creare un laghetto con carta stagnola statico e comunque senza consumo di energia;
9)   Anche l’illuminazione del Presepe dovrà essere sobria con notevole tendenza al risparmio energetico. Come per tradizione non ci sarà riscaldamento elettrico, ma il bue, facendo anche straordinari non retribuiti, provvederà a fare maggiore riscaldamento;
10)                    Nel piano del commercio, oltre al negozio del panettiere è previsto un negozio di “verdummaro”, che venderà solo frutta italiana e di stagione, come pure la verdura, il “pisciavvinnulo” che venderà solo pesce azzurro, sportivo, ricco di proteine. E’ fatto divieto di esporre baccalà; “’o ghianchiero” deve rimanere chiuso;
11)                    Viene dato mandato ai vigili di vigilare che tutte queste norme vengano rispettate. Inoltre quando a teatro verrà programmata la commedia “Natale in Casa Cupiello” di Eduardo De Filippo, quando il padre domanda al figlio: “ Tummasì, te piace ‘o presebbio???” questi dovrà rispondere: “Sì. Papà! ‘O presebbeio me piace assaaje. ‘E chisti tiempi me piace…”
Buon Natale a tutti i miei lettori e non. Che il Signore porti a voi ed alle vostre famiglie tanta felicità. Anche se a tavola non ci sarà il caviale o la bottiglia di Brunello di Montalcino, è sempre la festa della famiglia. Buone Feste!!! E mi raccomando a Capodanno, niente botti!

Catello Nastro

PUBBLICATO SUL N° 44 del  3 dicembre 2011 
di UNICO settimanale di Paestum

sabato 26 novembre 2011

L'articolo della settimana - di Catello Nastro

L’ASSALTO ALLA DILIGENZA

Sulle aspre montagne dell’Arizona, quando su cento strade una sola era bona, viaggiava una diligenza tirata da quattro cavalli allenati alla lunga percorrenza. I viaggiatori erano sei, tre seduti davanti e tre, proprio di fronte, dietro. Nella parte anteriore si trovava una giovane madre con due bambini che doveva arrivare a Prigion City per andare trovare il marito finito in galera per aver rubato una caramella al supermercato di Discount City, pensando che quelle esposte in un vassoio sul banco non era in vendita, ma solo per assaggi.. Ebbe trentotto anni di carcere, ma ogni cinque anni, con la raccomandazione del sindaco di Kansas City, la famiglia poteva andarlo a trovare e portargli un pacco di fichi secchi del Cilento, una bottiglia di primitivo (sempre del Cilento) ed un paio di mutande pulite in maniera tale che ogni quinquennio il reo confesso potesse cambiarsi. Nei sedili di dietro c’era un frate indiano convertito da una prostituta del bordello del paese, un cercatore d’oro che andava a depositare all’estero due valigie piene di pepite d’oro, alcune delle quali frutto di strozzinaggio nei confronti di padri di famiglia che dovevano sfamare  moglie e figli (il cane se n’era andato di casa perchè gli avanzi non avanzavano mai) e non aveva soldi per comperare un sacchetto di polvere bianca, che a quei tempi si chiamava farina e serviva per ammazzare l’appetito e non chi la mangiava. Il sesto viaggiatore era un poeta. Aveva deciso di andare a vivere in un bosco dell’Oklaoma, libero, in mezzo alla natura incontaminata, dove gli usignoli, i cardellini e le cinciallegre potessero in silenzio ascoltare le sue poesie, che parlavano d’amore, di rispetto per la natura, di integrità morale, di fantasia. Nel mentre la diligenza percorreva il suo tragitto sulla strada sterrata e piena di polvere, sette loschi cavalieri, da non confondere coi “Magnifici sette” sbarrarono loro la strada. Intimarono a tutti di scendere e depositare a terra tutto quello che avevano di prezioso addosso: oggetti d’oro e d’argento. Valigie, soldi, roba da mangiare ed il fiasco di vino che il conducente portava appresso nelle ore notturne o quando c’era la nebbia. Questo perchè i cavalli conoscevano la strada. Il capo della banda di predoni minacciò i viandanti:” Posate le pistole perché fanno male alla vostra salute. Dateci tutti i soldi che avete e poi siete liberi di andare dove volete. I cavalli li prendiamo noi e voi potete trovare posto sulla prossima diligenza che passerà fra tre mesi. Qua vicino c’è un bosco dove potete trovare della verdura biologica senza diserbanti e conservanti e dell’acqua di sorgente fresca che in città vi sognate di trovare anche al supermercato in offerta speciale. Questo è tutto. Ora vi auguriamo buona permanenza e vi ringraziamo del furto che potrete detrarre dalla prossima dichiarazione dei redditi. Il capitalista protestò: “ Non è giusto quello che fate. In alcuni paesi civili c’è la politica…”. I bambini commentarono:” Finalmente una settimana bianca!”. I buoni viaggiatori trascinarono la carrozza nel bosco a forza di braccia per proteggersi dal freddo della notte. Il mattino seguente furono ricevuti dal dott. De Lupis, sindaco della comunità animalesca del bosco il quale diede loro il benvenuto. Dopo più di un secolo la piccola comunità diventò una metropoli  e i discendenti fecero erigere nella piazza principale una stele alta cento metri, tutta dipinta di bianco. Sulla base c’era scritto una sola parola: La Coscienza. Oggi, con l’innovazione della tecnologia, le diligenze sono scomparse. Gli assalti no !!!

Catello Nastro

PUBBLICATO SUL N° 43 DI UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM DEL 27 NOVEMBRE 2011

domenica 20 novembre 2011

L'articolo della settimana di Catello Nastro

IL BENE DEL SINGOLO NON SEMPRE E’ IL BENE DELLA COMUNITA’
 
Esiste una grossa confusione, non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Si parla di partiti politici che sembrano spartiti musicali che cambiano quando si volta pagina. In Italia, ancora una volta, si gira la pagina. Ma questa volta la pagina o è in bianco (forse per un errore di stampa), forse voluto o non voluto, o per la mala fede di certi partecipanti al gioco degli zero. Insomma ti fanno perdere la fede politica. Anche tu, come molti altri, ritieni che la squadra del tuo cuore non sempre sia la migliore, non sempre agisce correttamente per il benessere del popolo, non sempre agisce in maniera a dir poco onesta. “Striscia la notizia” non basta a mascherare tutte le magagne nostrane. Quando dico nostrane alludo al sud ed al nord della beneamata penisola italiana. La percentuale degli amministratori non proprio corretti, secondo alcuni, agisce più per il bene proprio, poi per il singolo ed infine per la  collettività. Certamente non bisogna generalizzare. Ma se non tieni un santo in paradiso è quasi sicuro che vai a finire all’inferno. E l’inferno è quello dove si è costretti a vivere con quattrocento euro al mese e si sprofonda quando da queste quattrocento euro bisogna togliere le spese per pagare il fitto di casa. Magari una monocamera, anche al piano terreno. Qua ci sta gente che viaggia in Maserati e gente che non ha nemmeno i soldi per l’autobus cittadino. Siamo tornati alla barbarie? Forse! Un certo lusso sfrenato da parte di potenti ha portato ad una iniqua ripartizione del reddito pubblico. Cioè ci sta chi mangia quattro volte al giorno e chi una sola volta. Magari andando a fare la spesa gratis alla Caritas del paese. Sono gente dignitosa, forse sfortunati, forse che non hanno saputo soppesare bene le loro potenzialità morali e fisiche. Certo che affianco a costoro ci sta una caterva di fannulloni innocenti, che hanno fatto un corso di fotomodella, di attore o attrice, di calciatore, di laureati acculturati medio bassi, di professionisti impreparati, spesso sfornati da libere scuole che sono diventate dei veri e propri supermercato di titoli. I diplomifici, insomma. Gli enti locali, che pure hanno colpa intrinseca nel loro operato sociale, non si sono dimostrati all’altezza nel gestire i poteri a loro concessi da una struttura pubblica fortemente politicizzata che spesso chiude un occhio, spesso tutti e due. Stipendi da diecimila euro e stipendi inferiori ai mille euro per coloro che devono fare il lavoro di coloro super remunerati solo perché stanno ai vertici. Il Sud è un appendice del Nord… Sono stato in vacanza “sponsorizzata” in Puglia ed ho notato un ordine ed un progresso eccezionale. La stessa città di Salerno costituisce, a mio avviso, un esempio per la rinascita del sud. E molti paesi dell’interno del Cilento, collinari e lontani dal mare, si sono avviati su una produttività a chilometri zero che sfrutta il mercato locale ma anche la richiesta turistica. Abbiamo nel Cilento dei sindaci che ci sanno fare ed altri che…Perché questa disparità? Forse mancano i controlli? Forse sono fortunati? Ma non facciamo ridere…Qui è solo questione di gestione della cosa pubblica che si integra con quella privata formando il benessere della comunità. E i partiti??? Ma chi ci crede più. Il Presidente della Repubblica, unico faro in tanta nebbia, rappresenta la nostra speranza di uomini qualunque per la rinascita della nazione inserita in un contesto europeo e mondiale. I cavoli nostri sono diventati anche dell’Europa, ma anche quelli della Grecia sono diventati dell’Europa e quindi anche nostri. Parlare di cifre veramente non posso, perché coi numeri vado poco d’accordo. Ma parlare di riconversione morale dell’individuo facente parte di una comunità è stato sempre il mio chiodo fisso. Se ci sta un uomo che va a lavorare in bicicletta è quasi normale, ma se ci sta un uomo che va al cinema col Mercedes sorge il sospetto. E se si indaga a fondo quello che va a lavorare in bici, guadagna diecimila euro l’anno, quello che viaggia in Mercedes superaccessoriato in orario di lavoro per gli altri e non lavoro per lui non fa nemmeno la dichiarazione dei redditi. Altro che equa ripartizione del reddito pubblico…
 
Catello Nastro
 
 
PUBBLICATO SUL N .42   DEL 19 NOVEMBRE  2011
DI UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM

martedì 15 novembre 2011

Poeti del Cilento

LEI E’ SEMPRE LEI

Anche se sono trascorsi
cinquanta anni d’amore,
di condivisione di momenti
di gioia o di tristezza,
in un’altalena quotidiana
di inutili contrasti, fatui,
come fuochi evanescenti,
di solcare le onde del mare
- ora in quiete ora in tempesta -
di una vita in simbiosi
che si sdoppia esteriormente,
con radici salde diramate
in un cretoso terreno fertile
per nuove primavere ,
con nuovi germogli, nuovi fiori,
lei è sempre lei, la stessa
di tanti anni fa quando la guardavi
e le sue guance diventavano rosse.
lei è sempre lei anche se la primavera
ha ceduto il posto all’autunno.

Catello Nastro

domenica 13 novembre 2011

Poeti del Cilento

CAPIRAI…

Capirai, un giorno non lontano,
la sofferenza fisica e morale,
i quiz che la vita ti propone
ed ai quali non sai dar risposta.

Capirai come si può osservare un fiore,
al mattino, nell’orto, appena alzato,
e godere del suo profumo e dei colori,
nell’armonia della natura ormai esplodente.

Capirai come si può amare un cane,
anche randagio, che scodinzola,
per acchiappare un’anonima carezza,
in un mondo indifferente e senza fede.

Capirai il sole che si alza la mattina,
per maturare le spighe di grano già  dorato,
nei rigogliosi campi coltivati
per produrre il più umile degli alimenti.

Il pane…

Catello Nastro

(71) Corriere della Sera

(71) Corriere della Sera

giovedì 10 novembre 2011

Buongiorno...

11- 11- 11
UNDICI NOVEMBRE DUEMILAUNDICI

Nella smorfia napoletana il numero 11 indica “’E suricille”, cioè i topolini, topini o sorcini nati da una madre topona detta in napoletano anche zoccola: Da cui “figlio ‘e zoccola”, in senso offensivo per indicare un uomo furbo che, pur di procurare un grosso benessere a se stesso,ed anche alla sua famiglia, non disdegna di procurare danneggiamenti morali e materiali alla società civile nella quale vive, naturalmente da incivile.  Da notare che il numero 10 indica, sempre a Napoli, Maradona, il grande giocatore che fece parlare di se e della squadra di calcio della città partenopea per molti anni. Nel calcio, il numero undici, unitamente al sette, costituisce le ali che fanno volare la fantasia dei tifosi di calcio, specialmente nelle competizioni nazionali ed internazionali. Ma lo sapete quali sono gli undici in campo per la smorfia napoletana? Eccoli! 1 – l’Italia, o la patria;  2 – ‘A piccerella o la bambina; 3 – ‘A jatta o la gatta; 4 – ‘o puorco, il maiale; 5 – ‘A mano o la mano; 6 – Chella ca’ guarda ‘nterra o l’organo sessuale femminile; 7 – ‘O vasetto, il vaso di terracotta che serviva anche per orinare; 8 -  ‘A Maronna o la Madonna; 9 – ‘A figliata, o la prole ( prima molto numerosa); 10 – ‘E fasule o Maradona ( questo grande giocatore, anni addietro fu il pastore più venduto sulle bancarelle di San Gregorio Armeno); 11 – ‘E suricille o sorcini da non confondere coi fans del cantante Renato Zero che, chiamandosi appunto Zero, pur essendo il mio idolo preferito, non può trovare posto nella Smorfia napoletana. Già lo scorso anno, il 10 – 10 -10 , cioè il dieci di ottobre del 2010, dissi che in tutta la mia carriera scolastica (dall’asilo alla pensione) era la prima volta che vedevo tre dieci. Anzi un anno ( oltre mezzo secolo fa), assieme ad un mio compagno di scuola infilammo nel cassetto della maestra un grossa “zoccola”, nella fattispecie genitrice di famiglia numerosa di sorcini. Non appena la maestra aprì il cassetto della scrivania la zoccola saltò fuori dal cassetto e la maestra per poco non saltò fuori dalla finestra, anche perché stavamo al piano terra. Mi arrivarono punizioni da tutte le parti. Meno male che la democrazia era stata instaurata da pochi anni, altrimenti una buona purga di olio di ricino nessuno me l’avrebbe tolta! Oggi la smorfia napoletana ha lasciato il posto al progresso. E’ stata sostituita dal gratta e vinci. Se vince deve ringraziare il n. 46 che indica i soldi, il danaro e quindi la vincita. Se non vince ma si gratta solo deve ringraziare il n.30 ( Trenta ‘e palle d’o tenente). Non è vero ma ci credo. La settimana scorsa una attempata nobildonna in auto, pur di non farsi sbarrare la strada da un gatto nero ha preferito sbattere con l’auto contro un muro. Poi, naturalmente ha imprecato contro il gatto nero che le aveva portato sfortuna. La Protezione animali non è intervenuta, forse perché non sapeva chi dei due difendere. Non con una smorfia, ma con un augurio, vi saluto!!!

Catello Nastro

lunedì 7 novembre 2011

Il viaggio

IL VIAGGIO

Percorreremo sentieri inesplorati,
conosceremo creature mai viste,
affronteremo barriere insormontabili,
nemici nascosti tra le rovine dei bassifondi
col fucile spianato, col colpo in  canna,
pronti a colpire al primo movimento sospetto,
Guardiani corrotti ci segnaleranno
la via per scontrarci col nemico
ed ancora esseri infetti, immondi parassiti,
che guazzano in un pantano di merda,
reggendosi a galla su un salvagente d’oro
costruito con la pelle dei derelitti
e gonfiato col fiato puzzolente
di prezzolati lecchini, come bestie al guinzaglio
pronti ad  ubbidire al padrone.
La Dignità, la Fede, la Solidarietà,
sguainate al vento, pur esso deviato
dall’egoismo dei potenti e dalla pochezza dei corrotti,
saranno i vessilli issati su deboli canne
di fiume incontaminato, dalle acque limpide
e dalla corrente continua ed inesauribile,
ci condurranno alla pacifica vittoria finale.

Catello Nastro


domenica 6 novembre 2011

Dal settimanale UNICO di Paestum


NOBILI E NUBILI

Esistono pure nel Cilento

Essere nobile significa avere dei titoli nobiliari, essere nubili, sovente, significa avere dei titoli in banca oppure alla posta. Ai nobili, spesso, manca il lavoro che contrasterebbe col titolo ereditato con tanto di guiderdone. Alle nubili, spesso, manca un consorte per vari motivi: 1) perché odiano gli uomini e quindi il matrimonio e quindi la vita a due. O anche perché non sono tanto attraenti e quindi non richieste sul mercato matrimoniale. Ma a questo si può facilmente ovviare. Oggi esistono degli istituti di bellezza che dopo un paio di mesi di trattamento al corpo (ed al conto in banca) ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Persino la carta di identità bisogna cambiare altrimenti alla frontiera, quando vai in crociera, non ti fanno passare. Prima del trattamento sulla nave da crociera dei vip non ti facevano nemmeno salire che potevi disturbare anche i pesci…del mare. Silicone botulino, rossetto, ombretto, ceretta e chi più ne ha più ne metta, quando ti guardavi allo specchio quasi quasi esclamavi:”aspettate che chiamo la governante””. Tacchi a spillo, seni prorompenti in evidenza, capelli  indorati, labbra o occhi rifatti, con una sola crociera potevi consumare tutto quello che non avevi fatto in quarantasei anni di miserabile esistenza terrena da donna zitella e per di più racchia.. Ma per il nobile è diverso. Quando va in crociera e si presenta: onorato, conte Antonio Rugazzo, nobiluomo di Spinazzo, nessuno se ne frega, Maggiore interesse ( interessato) se lascia una mancia da cento euro al cameriere. All’ora di cena si trova attorniato da una mezza dozzina di operatrici notturne inghirlandate come un albero di Natale alla vigilia della festa prima che arrivano i nipotini per il cenone di mezzanotte.  E quando mette mano alla cinghia, come in mezzogiorno di fuoco, le astanti, pensando che sta prendendo il portafogli  gonfio come un occhio che ha appena ricevuto un pugno a cento all’ora, gli si buttano addosso. Ma non appena si accorgono che ha cacciato fuori solo un miserabile quadrato di cotone, volgarmente chiamato fazzoletto, si afflosciano deluse ( non piangono per non far squagliare l’ombretto) si allontanano verso un altro tavolo dove siede un grosso allevatore di vacche della pianura padana che come le vede si sente come stesse  a casa sua. Essere nobili è comunque un privilegio. Conti, baroni e marchesi rappresentano un  poco il passato, come pure certe nubili che sembrano stare in piedi grazie al collant ed ai collanti. Sia ben chiaro che i nobili e le nubili  non mi sono per niente antipatici e forse…nemmeno simpatici. Indifferenti insomma. Specialmente da quando, per fare più in fretta, gli americani, mi sembra, hanno inventato un nuovo termine che può indicare sia i nobili che le nubili: i single. Quando due single formano una coppia, questa può  essere di tre tipi: tipi A, la classica, fatta da un uomo ed una donna, tipo b, fatta da due donne, tipo c fatta da due uomini. Molti anni fa, a Torino, fui invitato ad una festa di unione di  facenti parte della casistica sopra citata del tipo C. Ma d’altro canto Iddio ha predicato l’amore. Questo sarà un amore “diverso” ma sempre amore è! I tempi sono cambiati: Ma anche i single pagano le tasse. Come le pagano tutti. O quasi…

Catello Nastro

PUBBLICATO SUL N. 40  DEL   5. XI. 2011 
DI “UNICO” SETTIMANALE”  DI PAESTUM

domenica 30 ottobre 2011

Ama il prossimo tuo...

LA CAREZZA DELLA SOLIDARIETA’

Venerdì 28 ottobre 2011, telegiornale serale. Ancora immagini del disastro in Liguria. Terrazzamenti, ma non speculazione edilizia, dice  l’onorevole intervistato. E forse ha ragione. La Liguria rispetta – salvo qualche sporadica eccezione – l’integrità del paesaggio perchè ha capito che il turismo è un insieme di interventi che non prevedono la speculazione. Di nessun genere. Figuriamoci quella edilizia. Eppure una forte pioggia caduta in poco tempo ha creato un disastro, con morti, feriti, case e negozi distrutti, strade che sembravano torrenti in piena, gente che piangeva. Immagini terribili che forse non avremmo voluto vedere per l’atrocità e l’impotenza della popolazione – specialmente gli anziani – a reagire. Una rapidità che non ha dato modo di trovare scampo. Un nubifragio annunciato, ma non di quella portata. Le riprese televisive sono varie, ma quasi tutte della stessa serie: allagamenti, strade come fiumi in piena, porte e finestre sfondate, muri crepati, case distrutte ed intere famiglie in cerca di salvezza. Ma in tutto questo dramma, arrivato in pochi minuti, ma chissà in quanto tempo sanato, c’è stata una parentesi che mi ha colpito molto. Una vecchietta –avrà avuto ottanta o novanta anni – distesa su una barella, con lo sguardo nel vuoto e nel dramma, veniva tirata fuori di casa e portata all’esterno per essere trasportata al più vicino ospedale per l’assistenza immediata e per le cure del caso. Vicino a lei un volontario della Protezione Civile. Non so di quale gruppo, di quale paese, di quale associazione. Un uomo alto, normale, quaranta anni o forse cinquanta – con un sorriso accarezza le guance della sfortunata donna che a quella età deve notare, vivere e sopportare una catastrofe naturale, forse la peggiore della sua ultraottuagenaria vita. L’uomo continua ad accarezzarle le guance, l’anziana donna volge lo sguardo verso di lui, quasi per ringraziarlo di quello che ha fatto. Una carezza. Una semplice carezza fatta ad una donna anziana, malata, in barella, in una situazione drammatica per colpe atmosferiche. Eppure in quelle semplici carezze, di un semplice volontario della Protezione Civile, non so di quale paese, ma poco interessa, ci sta, evidente, tutto il significato di una parola che molta gente ha dimenticato: la Solidarietà. Essa non ha età, sesso, religione, partito politico, nazionalità, condizione sociale. La Solidarietà è forse la cosa più pura che esiste in una società non sempre lodevole per il suo operato. Una società definita “di merda”, ma che non può essere generalizzata. In quella carezza ho visto la carezza di Cristo sceso tra gli alluvionati, per portare una parola di conforto, un aiuto materiale che non costa niente e che non è retribuito. Una carazza ad una anziana nella sofferenza e nella disperazione. Una carezza di un uomo qualsiasi, del nord o del sud, che vota Bossi, Bersani o Berlusconi, che crede in Cristo o in Maometto o in Budda, che è laureato o ha solo la terza media, che vive in una villa o nelle case popolari. Questa è la carezza della Solidarietà: è la carezza di Dio.

Catello Nastro

domenica 23 ottobre 2011

L'articolo della settimana di Catello Nastro

DALLA PIRAMIDE AL GRATTACIELO

Circa cinquanta secoli fa, ovverosia cinquemila anni, nel deserto del nord Africa, avvennero i primi esempi di  speculazione edilizia, oltraggio al paesaggio, impatto ecologico e chi più ne ha più ne metta. Uno dei primi speculatori dell’edilizia, per aver costruito una piramide, fu addirittura divinizzato. Non pensi il lettore che l’autore di questo articolo, pur avendo scritto la sua tesi di laurea,  nel 1968, il famoso anno della contestazione giovanile, sulle “Origini artistiche del Duomo di San Matteo a Salerno: pittura, scultura ed architettura”, voglia tenere una lezione di architettura. Per l’amor di Dio! Sarebbe un compito troppo gravoso e troppo…serio! E’ passato quasi mezzo secolo e seguendo la mia indole semi-seria nella scrittura, un articolo impegnato non sarei proprio capace di scriverlo. Oramai mi occupo di…frivolezze letterarie. Pensate che il mio prossimo libercolo si intitola “ La poesia umoristica ed erotica cilentana”. Ragion per cui anche la piramide ed il grattacielo, a mio avviso potrebbero assurgere a simbologia architettonica dell’organo sessuale femminile e di quello maschile. Ma veniamo subito al primo quesito: la piramide costituisce il primo esempio di speculazione edilizia della storia?  A dire la verità rispondere sarebbe cosa molto ardua anche perché lo scrivente, pur essendo vecchio a quei tempi non era ancora nato. Dopo la prima piramide ne furono costruite alcune altre. Fortunatamente il deserto era immenso ed era…deserto. Gli unici ad approvare la variante al piano regolatore del deserto furono i cani. I miei lettori, gente di cultura, chiaramente sanno che i cani fanno la pipì o vicino ad un albero o vicino ad un muro. Cercare un’oasi era difficile. Prima di arrivarci se la facevano sotto. Per loro fortuna nel deserto non c’era acqua e quindi non potendo bere non potevano nemmeno orinare. Ma da quando furono costruite le piramidi chiesero pure in parlamento (quello egizio, naturalmente!) la costruzione di pozzi artesiani nel deserto per dissetarsi. Quando lo seppe l’onorevole gridò:” I pozzi???Siete pazzi!” Solo dopo secoli furono accontentati. Tutti si interessarono ai pozzi. Ma non d’acqua ma di petrolio…  I pozzi di petrolio dissetano i ricchi mentre i poveri fanno una vita da…cani. I cani decisero di fare un ricorso all’ONU, ma ebbero la sfortuna di trovare come presidente l’onorevole Cammello che rigettò la petizione affermando che loro avevano una gobba piena d’acqua ed anche i cani si potevano costruire una specie di ernia sotto la coda in maniera da portare una grossa riserva d’acqua in maniera tale da dissetarsi per un lungo viaggio nel deserto. Anche la faraona, moglie del faraone, protestò perché i cani per dissetarsi si bevevano le uova che loro nascondevano sotto la sabbia calda per farle schiudere col calore del sole. Il presidente dell’ACI, associazione cani internazionali, l’onorevole Gengiskan, cercò di difendere la categoria, ma non appena vide un gatto nero che gli attraversava il corridoio del grattacielo, si grattò le pa…pebre con la zampa sinistra, per motivi politici e poi presentò una mozione di sfiducia al gattOnu. Adesso hanno costruito i canili, che sono una specie di hotel a una stella per cani randagi, liberi, senza padrone, che non camminano a destra della strada, alla sinistra e nemmeno al centro. Ma anche costoro sono costretti ad essere vittime della speculazione edilizia. Vivono in piccolissimi spazi, mangiano poco e bevono solo quando lo dice il padrone. Vivono all’aperto per paura che il padrone faccia speculazione edilizia. Molti rimpiangono i tempi dei faraoni quando addirittura avevano maggior rispetto di certi esseri umani. Il deserto, il grattacielo, il canile bestiale diventeranno piramidi fra cinquemila anni??? Non lo so anche perché non sarò molto longevo da arrivare a quell’epoca. Rispettiamo il paesaggio, amiamo la natura, una casa per tutti (anche se piccola), sia per gli umani che per i cani, le piramidi ci sono e ce le teniamo, i grattacieli pure, ma cerchiamo di rispettare la natura. Prima che diventi un deserto…magari senza piramidi.

Catello Nastro

PUBBLICATO SUL  N° 38 DEL 22 OTTOBRE 2011
di “UNICO SETTIMANALE" DI PAESTUM

venerdì 21 ottobre 2011

Castellammare di Stabia - Agropoli

21 0TT0BRE 1951 -  21 OTTOBRE 2011
DA 60 ANNI CILENTANO

Avevo appena dieci anni, il 21 ottobre del 1951, quando giunsi con la famiglia ad Agropoli, in  Via S.Marco dove mio padre, buon’anima, impiantò un caseificio dove le mozzarelle si facevano solo con latte e caglio naturale, senza uso di prodotti chimici. Anche perché a quei tempi non ce n’erano. La quinta elementare, le medie, il ginnasio, il liceo classico e poi l’Università (come pendolare) a Napoli presso la Federico II, sul Rettifilo. Quanti ricordi! Ma i miei lettori su supporto cartaceo o su internet li conoscono tutti. Ad Agropoli mi sono trovato bene, anzi benissimo. Emigrato nel 1968 per insegnare in Piemonte non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi legava al caro paese cilentano. Ed anche in questa dozzina d’anni di emigrazione ho fatto il pendolare. Ritornato dal Piemonte ho ripreso le vecchie amicizie che continuano ancora oggi, a 70 anni. Rimpianti??? Nessuno!!! Ho cercato di fare la mia parte. Se qualche volta ho sbagliato, l’ho sempre fatto in buona fede. Sono sereno e di questo rimango contento. La serenità è stata una delle ultime conquiste della mia esistenza terrena. La Fede la prima. La solidarietà la seconda. Buona vita a tutti!!!

Catello Nastro.
http://www.catellonastro.it/

sabato 15 ottobre 2011

Ma che scrivo a fare???

MA CHE SCRIVO A FARE ???


Spesso e sempre con motivazioni diverse, mi pongo questa amletica domanda.  Non c’è peggiore sordo di chi non vuole sentire…Un antico proverbio che fa – o quasi – al mio caso. Nella società contemporanea esistono persone di vario genere. Ci sta chi si dedica alla politica, qualche volta non per aiutare la nazione, ma i parenti, amici, elettori e similari che nell’antica Roma chiamavano “clientes”. Ci sta pure chi si dedica alla malavita,  strafottendosene altamente della morale cristiana ed anche umana, calpestando sovente esseri innocenti che non conosce nemmeno. Ci sono anche i fabbricanti del terrore, quelli del crimine, quelli della violenza, quelli dello sfruttamento illecito della persona fisica e morale altrui, quelli che scrivono…Cosa scrivono si sa perché si può facilmente leggere sui giornali, nelle riviste, nei libri ed infine su internet. Le mie foto su internet non superano la mezza dozzina. Le mie poesie superano oramai le mille, i miei articoli, di vario genere, superano i diecimila. Ma che scrivo a fare? Diciamo subito che non posso più scrivere a mano perché in seguito ad una  degenerazione dovuta all’età, denominata tecnicamente “tremore essenziale senile”, ma mi rimane il computer. Ne possiedo ben quattro. Due di ultima generazione e due piuttosto obsoleti. Soffro di incontinenza compositiva.  Quando mi viene qualcosa in mente mi devo affrettare al computer e creare il “file”. Ma io scrivo e basta. Oramai sono anziano, settantenne, volgarmente chiamato nonno, sono pensionato con moglie, figli e nipoti, ma riesco ancora ad occupare il mio tempo libero scrivendo. Scrivere, a meno che non si facciano nomi ed accuse specifiche, non costituisce un reato. Miei amici e coetanei si danno ancora da fare per accumulare enormi quantità di euro in banche o investimenti mobiliari o immobiliari, da lasciare, una volta defunti, agli eredi, la cui fruizione è senza dubbio discutibile. Tanto non si tratta di soldi accumulati col sacrificio della loro fronte o almeno della fronte dell’avo trapassato ad altra vita ( si fa per dire!!!). Dimenticavo di aggiungere che scrivo anche poesie. Qualcuna ha fatto commuovere la giurìa che ha ritenuto (bontà sua!) assegnarmi un premio consistente, solo simbolicamente, si capisce. C’è stata anche qualche altra giurìa che si è addirittura scandalizzata nel leggere una mia composizione in vernacolo napoletano dal linguaggio piuttosto grasso. Non è che lo scrivente voglia imitare Totò, Salvatore Di Giacomo o Ferdinando Russo. Ma alcuni vocaboli napoletani in linguaggio grasso, ritenuti da giurie bigotte “volgari”, non possono essere sostituiti da sinonimi. Ne perderebbe la dignità partenopea. Giunti a questo punto è giusto che il lettore sappia che ho studiato l’italiano, il latino, il greco ed il francese, ma amo scrivere anche in vernacolo napoletano e dialetto cilentano anche se con qualche imperfezione. Il dialetto piemontese, regione nella quale sono vissuto per circa tre lustri, mi è risultato sempre ostico, ragion per cui di tale dialetto nordico ricordo solo qualche parola o per meglio dire qualche parolaccia che, al contrario, in dialetto napoletano acquista dignità letteraria. Un altro motivo per cui scrivo spesso è perché guardo poco la TV. Ci sono certi programmi interessanti, ma ce ne sono anche alcuni che fanno venire il voltastomaco e l’unico canale che ti viene in mente è il canale di scarico del cesso. Scrivere per me è comunicare. Tutti possono leggere i miei articoli su supporto cartaceo o informatico e, magari, commentarli pure, positivamente o negativamente. Quelli positivi, per fortuna, superano l’ottanta per cento del totale. Scrivere è catarsi, è come liberarsi di qualcosa che tieni dentro da tempo e che finalmente riesci ad esternare. Qualche maligno, a questo punto, potrà pensare che è un poco come andare in bagno. Ma la libertà di… espressione è in ambedue i casi! Qualcuno avrà in eredità libretti postali o bancari. I miei eredi si dovranno accontentare di libretti di poesie e racconti… Non ho mai rubato poesie o racconti di altri, perché la fantasia è ancora ricca. Se lo fosse il conto in banca, secondo alcuni, sarebbe meglio. Ma io non mi lamento. Con la pensione di impiegato statale riesco a sopravvivere. Mangio di meno, cammino di più, come peso sono sceso da sopra i 110, sotto gli 80. Solo come età sono aumentato e di questo ringrazio Iddio ed lo auguro a tutti i miei pazienti, affezionati e…rari lettori. Arrivederci al prossimo articolo…determinativo!

Catello Nastro
PUBBLICATO SUL N° 37 DEL 15 OTTOBRE 2011
DI “UNICO SETTIMANALE” DI PAESTUM