domenica 28 aprile 2013

fresco di giornata n. 2


FRESCO DI GIORNATA N.2

Sabato 27 aprile me ne sto seduto davanti al mio studio in Via Filippo Patella, nel centro storico della bellissima cittadina di Agropoli, capoluogo del Cilento. Guardo il passeggio di coppie di stranieri e di provenienti da varie regioni della penisola, che visitano il Cilento approfittando degli ottimi prezzi di bassa stagione praticati da alberghi e ristoranti del paese, oltre che da pizzerie e pensioni che abbondano…in abbondanza. Passano amici di antica data ed ex compagni di scuola di mezzo secolo fa. Tra costoro oggi è venuta a salutarmi  una ex collega di liceo che, a prima vista, il tempo sembrava trascorso solo per me, anziano per non dire vecchio. A dire la verità era la collega più bella e quindi più corteggiata di tutto il Liceo Classico “abbasci’a marina”. L’ho subito riconosciuta perché il tempo sembrava trascorso per tutti  i compagni di scuola, ma non per lei. Solo qualche rughetta, ma la sua visita mi ha fatto ritornare indietro col tempo ad oltre mezzo secolo fa. Il fatto mi ha procurato una gioia immensa. Dopo i saluti un altro evento degno di nota. Proprio di fronte al negozio di antichità dei miei figli, su una panchina pubblica, un uomo suonava note approssimative da una fisarmonica piccola di ventiquattro bassi. Probabilmente era russo. Il figlio, dell’età dei miei nipoti, chiedeva l’elemosina con grande dignità, come quella evidenziata dal genitore. Quasi per una rivalsa psicologica, perché scippato la settimana scorsa facendo una elemosina , cavo dalla tasca un euro, ben badando al portafogli, e lo pongo nelle manine del bambino in età di asilo o al massimo di prima elementare. Un padre abbandonato, assieme al figlio? Un uomo senza lavoro e senza fissa dimora? Uno sbandato sociale? Non importa chi era. Senza dubbio un disgraziato. Il bambino mi ringrazia, prende l’euro e lo consegna al genitore. Un sorriso in cambio di un euro ben pagato. Questa volta ho tenuto d’occhio il portafogli. Non ho perso la fiducia nell’essere umano e nella solidarietà anche se l’ultima volta che ho dato un euro mi è costato quasi cinquecento euro. Tenga conto il lettore che sono un pensionato statale. Leggasi “Fresco di giornata” della precedente puntata. Non sono ancora un vecchio rimbambito: sono ancora uno che crede nella solidarietà umana. Anche se solo un euro per volta!!!

Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com

giovedì 25 aprile 2013

CHITARRA MIA


CHITARRA MIA…

Pochi anni fa donai la mia chitarra, perché in “tutt’altre faccende affaccendato”, al mio nipote  GABRIELE CIANFRANI, di  Isernia, in Molise. A distanza di alcuni anni ha cambiato chitarra ed è diventato un grande musicista ed esecutore. In questi giorni partecipa al Premio Musicale Randazzo. Dopo averlo ascoltato sul sito www.premiomusicalerandazzo.it , se ritenete che sia bravo, votatelo. Perché a mio avviso lo merita. Vi ringrazio e vi saluto affettuosamente.
Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com

martedì 23 aprile 2013

La povertà


LA POVERTA’
Essere poveri, cioè non avere la possibilità di sopperire alle esigenze familiari, materiali in primo luogo, e di conseguenza morali, affettive o educative, è un problema che, nel corso della storia a noi oramai ben nota, c’è sempre stato. Sia ben chiaro che non stiamo parlando di povertà spirituale, che già abbiamo trattato in diversi e precedenti scritti, ma di povertà materiale essenziale. In parole povere sfamare la famiglia e di poi provvedere a soddisfare le esigenze primarie di una vita inserita in un contesto sociale che non risparmia nessuno e, sebbene la solidarietà avanza a passi veloci, trova le barriere dei pregiudizi razziali o religiosi. Sulla faccia della terra non esistono poveri musulmani o ortodossi, protestanti o cattolici. I poveri hanno una sola bandiera: la povertà. Anche lo scrivente due terzi di secoli fa era povero. Parziale, perché un tozzo di pane, fatto con farina alleata, non mancava. Ma vedere gli altri che avevano il tricicli, il monopattino o addirittura la macchinina a pedali, si provava un certo senso di giustificata invidia, specialmente quando il proprietario non ti permetteva nemmeno di toccarla. Oggi i tempi sono cambiati…ma solo in parte. I poveri del terzo millennio esistono, eccome… Fino a quando sulla faccia della terra ci sarà un bambino che ha fame, non possiamo considerarci un popolo civile. Ed a questo punto ho da fare il “mea culpa”. La settimana scorsa sono stato vittima di un borseggio. Centoventi euro. Il dieci per cento di una pensione di un ex impiegato statale. Il resto è scritto in un mio precedente articolo che ha destato un grande clamore. Sono adirato, ma non provo odio per chi mi ha defraudato, causandomi il danno economico non solo della somma illecitamente asportata, ma anche dei documenti e di quanto altro mi portavo appresso quotidianamante. Una sola cosa non mi è stata rubata: la Fede in Dio e nel Prossimo. Il Perdono e la Fede che mi ha sempre sorretto in questi quasi tre quarti di secoli di presenza attiva in questo pianeta che si chiama terra. Perché questo scritto? … Solo per riflettere!!!

Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com

lunedì 22 aprile 2013

LU MALE RE PANZA


LU MALE RE PANZA

Non vi preoccupate: non si tratta di un articolo medico o di pubblicità di un prodotto farmaceutico, mutuabile o, peggio, non mutuabile. Si tratta di problemi di ordine psicologico o anche sociale che ci troviamo di fronte quasi ogni giorno della nostra vita terrena. Dice un vecchio detto cilentano: “Astipate lu milo  pe’ quanno te vene la sete!!!”, in versione diversa”Accattate l’uoglio re ricino pe’ quanno te vene lu male re panza”. Oggi il mal di pancia, unitamente a tutto il complesso sociale, può capitare a tutti: ricchi e poveri. Sono due categorie agli antipodi della società. Nel terzo millennio esistono, purtroppo ancora, i troppo ricchi ed i troppo poveri. Ci sta chi sceglie nel foglio del menù nel ristorante alla moda, e chi sceglie alla Caritas, davanti alla Chiesa del paese. Le scelte non riguardano i gusti che sono ad appannaggio dei ricchi, e se lambiscono i poveri si tratta solo di scegliere tra i bucatini o gli zitoni in offerta speciale al supermercato. Scelta che diventa obbligatoria nei centri di solidarietà. Tenga conto il lettore che esistono i falsi ricchi ed i falsi poveri. Ma in questo campo non ci arriviamo perché dalla sociologia dovremmo passare direttamente alla psicologia. Il mal di pancia, inoltre, capita a chi mancia troppo o poco. Questa disparità di reddito, o meglio approvvigionamento alimentare, porta spesso ad atteggiamenti sociali che possono essere ostili, di contestazione, addirittura lesivi: materialmente e psicologicamente. Mesi fa, scrissi in un mio articolo che un popolo non può definirsi civile fino a quando ci sarà un solo bambino che ha fame. Operando nel direttivo del Centro Sociale di Agropoli , giunto oramai a venticinque anni di attività, ho constatato che il mal di pancia non viene per la scarsità di cibo, ma per l’abbondanza di patologie che si presentano – anche senza invito – agli ultrasessantenni frequentatori del centro. Se dovessimo fare una graduatoria degli argomenti trattati nell’intervallo del tressette, troviamo gli acciacchi di vario genere al primo posto. Le cure, i farmaci, i medici, la prenotazione, la visita, l’attesa, un futuro ricovero ed una operazione, non matematica ma chirurgica, che richiede un ricovero ed una preoccupazione per tutta la famiglia. Nell’antico Cilento tutti questi eventi negativi venivano classificati nella categoria “Lu’ male re panza”. Oggi ci sono interi popoli che soffrono la fame per cause politiche o, per meglio dire, per corruzione politica. Quando non esiste una equa ripartizione del reddito pubblico; quando in uno stato ci sono i troppo ricchi ed i troppo poveri, i fenomeni di piccolo furto vanno sì condannati, ma in molti casi giustificati. Ci sono paesi che mandano cibi superflui o non perfetti al macero… Ci sono paesi che sopravviverebbero solo con questi prodotti scartati da altri. E’ la globalizzazione che spinge a far funzionare in maniera distorta l’economia del mondo. Ricordiamoci che nell’antica casa contadina non esisteva la “raccolta differenziata. Tutto veniva riciclato, anche varie volte ed in vari processi. Oggi il mordi e fuggi crea il grosso problema dell’inquinamento del pianeta. Cento anni fa anche la cacca delle mucche serviva per concimare i campi. Oggi ci sono i prodotti chimici: si fa prima, ma s’inquina il pianeta, producendo a vantaggio di pochi ed a danno di tutti.

Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com

sabato 20 aprile 2013

FRESCO DI GIORNATA


FRESCO DI GIORNATA

Di solito si dice di un uovo, ma questa volta si tratta di un furto…o borseggio…o comunque asportazione illecita ed illegale di bene non proprio, naturalmente! Di solito capita agli anziani, volgarmente chiamati anche vecchi, categoria della quale anche io mi onoro di appartenere. Vivere dall’epoca del duce all’epoca di grillo è già un privilegio. Pur senza aver capito molto della politica di ieri e di oggi. Per disinteresse, perché in tutt’altre faccende affaccendato, perché vivente ed operante nel mondo della solidarietà. Ama il prossimo tuo come te stesso.  Oggi 20 aprile 2013, di pomeriggio, tornando dal Centro Sociale Polivalente per anziani, nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie e precisamente sul marciapiedi dell’asilo municipale, una donna mingherlina, con un bambino in braccio ed altri due al seguito, in totale di tre figli di un anno, tre anni e sei anni, mi chiede l’elemosina. Le do cinquanta centesimi e dopo tante parole di carità frammiste a benedizioni varie, descrizioni del proprio stato di povertà, tiro fuori dal giubbino un altro euro e glielo offro. Di solito, come pensionato non posso offrire che cinquanta centesimi, ma questa volta faccio una eccezione. Che mi è costata cara. Dopo una ventina di metri mi accorgo che il mio portafogli, nella tasca sinistra dei pantaloni è assente. Scruto in tutto il corpo, anche nelle parti delicate, ma niente da fare. Il portafogli, riempito di tessere, appunti vari e quasi cento euro, che porto sempre appresso, è scomparso. Ritorno indietro ma anche la disgraziata famigliola, non italiana, era subitaneamente scomparsa. Dileguata nel nulla. Nel mentre la madre implorava elemosina, la figlia, in età d’asilo o elementare, mi metteva le mani in tasca e si appropriava indebitamente del mio portafogli. Commosso dalle lamentele della madre e dalla presenza di ben tre minori, non mi sono accorto che la bambina, con la sua piccola manina, si fregava il portafogli dalla tasca sinistra dei pantaloni. Solo dopo dieci minuti mi sono accorto che avevo subito  un furto. Da una minore e per di più extracomunitaria. Allora ho pensato alla solidarietà. Non è che mi voglia paragonare a Chi è stato messo in Croce per una umanità che forse non meritava. Ma ho riflettuto, fino a lambiccarmi il cervello, sulla parola solidarietà. Lo so che il paragone è quasi assurdo. Un euro non può salvare nessuno. Ma un euro di un pensionato statale ha senza dubbio maggior valore morale di un euro dato da un riccone… Non so se questo episodio avrà conseguenze negative nella gestione del mio essere umano disposto alla tolleranza  verso i simili. Ho superato i settanta anni ed è il primo furto del genere che subisco in vita mia. Perdonare??? Certamente!!! Tollerare anche, ma giustificare senza dubbio in maniera negativa. Nel portafogli avevo poco più di cento euro. Forse cento venti. Per un pensionato non sono molti. In confronto di una disgrazia peggiore anche un furtarello si può sopportare. Ma non è un segno bello: è segno che sei diventato vecchio. Ed i  ladri ( per fame…) ne possono anche approfittare. Per la donna che mi ha borseggiato provo solo pietà. Per sfamare i propri figli il borseggio non è legale e nemmeno etico: ma in alcuni casi necessario!!! Ma ai danni di un pensionato un euro può essere giustificato: cento euro no!!!
Catello Nastro

venerdì 12 aprile 2013

GUIDA TURISTICA GRATIS AL CENTRO STORICO DI AGROPOLI


GUIDA TURISTICA
DEL CENTRO STORICO DI AGROPOLI

Molti sono i titoli dei quali, giustamente o ingiustamente mi fregio.  Pluriaccademico professor dottor cavaliere Catello Nastro, poeta, scrittore e critico d’arte. In questi ultimi tempi ho fatto una nuova aggiunta. Guida turistica del Centro Storico di Agropoli. Abitando e tenendo lo studio di cose inutili in Via Patella, famoso eroe garibaldino, ex prete, che seguì Garibaldi in Sicilia nella Spedizione dei Mille, mi capita spesso di fornire, naturalmente dopo la richiesta, notizie del centro storico, del castello, della porta, delle chiese, dello scoglio e del Convento di San Francesco e di tutti quelli che hanno attraversato questa strada sin dal quinto secolo avanti Cristo per finire allo sbarco alleato. Premetto, ancora una volta, che ho scritto parecchio in merito, per cui chi avesse intenzione di ascoltarmi potrebbe udire anche per una mezz’ora la storia di questo bellissimo paese che mi ha ospitato dal 21 ottobre del 1951, con una interruzione di alcuni anni quando andai a fare l’insegnante in Piemonte. Ed anche a Torino, abitando nella casa del grande poeta Guido Gozzano, mi capitò di ospitare singoli o gruppi e spiegare, per quelle che erano le mie conoscenze un grande poeta che aveva avuto della vita una visione molto diversa dalla mia. Ma torniamo ad Agropoli e per la precisione in Via Filippo Patella, la strada antica che porta agli scaloni che portano al centro storico della cittadina capoluogo del Cilento. Far capire che Agropoli era ed è così bella da far arrivare vari invasori, pacifici o meno risulta facile specialmente quando il visitatore è un acculturato medio.  Dall’uomo preistorico si passa ai rapporti con la vicina Paestum nel VI° secolo a.C., ma la fondazione della città si deve ai vicini Lucani nl IV secolo a. C.  Ma varie popolazioni si sono susseguite una dopo l’altra perché  Agropoli alta era ed è tuttora la parte più bella e suggestiva del Cilento. I barbari,i Bizantini, i Saraceni, i Normanni, gli Angioini e gli Aragonesi, i Borboni, i briganti, i Savoia, i fascisti, i confinati politici ed infine la Repubblica. E qui avvenne il primo ribaltone della storia della Repubblica Italiana. Proprio in Via Filippo Patella strada in questione che accede, con gli scaloni al centro storico. Fatta la repubblica arrivarono i i primi bagnanti napoletani. Una invasione vera e propria. Ma questa volta pacifica che procurò anche molti matrimoni tra napoletani ed agropolesi. Come il mio, ad esempio. I risultati sono stati senza dubbio positivi anche se la donna cilentana , memore delle antiche conquiste, difficilmente si lasciava conquistare. Non è che io sia stato un conquistatore, ma ci sono riuscito. D’altro canto non c’è nientre di straordinario se  in qualche caso la mamma è di Casoria ed il babbo di Agropoli. Nel terzo millennio c’è stata l’invasione dall’Europa dell’est e dai paesi del terzo mondo. Ma la società agropolese non si è  impoverita, anzi si è arricchita con nuove presenze, nuova mentalità in poco tempo integrata con la comunità preesistente grazie anche a collocazioni lavorative ed affettive che colmavano vuoti altrimenti incolmabili in una società chiusa in se stessa. E quando incontrate un ragazzo dalla pelle scura e gli chiedete da dive viene, è probabile che vi risponderà che viene da un paese del Cilento. Compito della guida turistica a modo mio, è anche e principalmente quello di far sentire fratelli tutti quelli che vivono nella nostra comunità. Di qualsiasi razza, di qualsiasi provenienza, di qualsiasi credo religioso. Certo che come guida turistica sono bravo solo in italiano, in napoletano ed un poco in francese. Ma d’altro canto la mia opera è completamente gratuita e quando mi offrono un euro per la mia prestazione lo rifiuto anche. Non diventerò ricco come guida turistica, ma non lo sono diventato in tutte le altre attività svolte. L’importante è partecipare. Vi pare???

Catello Nastro