LA
POVERTA’
Essere poveri, cioè non avere la
possibilità di sopperire alle esigenze familiari, materiali in primo luogo, e
di conseguenza morali, affettive o educative, è un problema che, nel corso
della storia a noi oramai ben nota, c’è sempre stato. Sia ben chiaro che non
stiamo parlando di povertà spirituale, che già abbiamo trattato in diversi e
precedenti scritti, ma di povertà materiale essenziale. In parole povere
sfamare la famiglia e di poi provvedere a soddisfare le esigenze primarie di
una vita inserita in un contesto sociale che non risparmia nessuno e, sebbene
la solidarietà avanza a passi veloci, trova le barriere dei pregiudizi razziali
o religiosi. Sulla faccia della terra non esistono poveri musulmani o
ortodossi, protestanti o cattolici. I poveri hanno una sola bandiera: la
povertà. Anche lo scrivente due terzi di secoli fa era povero. Parziale, perché
un tozzo di pane, fatto con farina alleata, non mancava. Ma vedere gli altri
che avevano il tricicli, il monopattino o addirittura la macchinina a pedali,
si provava un certo senso di giustificata invidia, specialmente quando il
proprietario non ti permetteva nemmeno di toccarla. Oggi i tempi sono cambiati…ma
solo in parte. I poveri del terzo millennio esistono, eccome… Fino a quando
sulla faccia della terra ci sarà un bambino che ha fame, non possiamo considerarci
un popolo civile. Ed a questo punto ho da fare il “mea culpa”. La settimana
scorsa sono stato vittima di un borseggio. Centoventi euro. Il dieci per cento
di una pensione di un ex impiegato statale. Il resto è scritto in un mio
precedente articolo che ha destato un grande clamore. Sono adirato, ma non
provo odio per chi mi ha defraudato, causandomi il danno economico non solo
della somma illecitamente asportata, ma anche dei documenti e di quanto altro
mi portavo appresso quotidianamante. Una sola cosa non mi è stata rubata: la
Fede in Dio e nel Prossimo. Il Perdono e la Fede che mi ha sempre sorretto in
questi quasi tre quarti di secoli di presenza attiva in questo pianeta che si
chiama terra. Perché questo scritto? … Solo per riflettere!!!
Catello
Nastro
agropolicultura.blogspot.com
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