BENVENUTO
2014
Il primo augurio che faccio al
nuovo anno è quello di una maggiore
fruizione della parola “Solidarietà”. Per uno come me, nato durante la Seconda
Guerra Mondiale e per di più in una cittadina come Castellammare di Stabia, in
provincia di Napoli, tre quarti di secolo di vita intensamente vissuta prima
sui marciapiedi, unico luogo di ritrovo dei bambini del tempo, poi a scuola,
poi in Parrocchia, poi il trasferimento per motivi di lavoro con tutta la famiglia, ad Agropoli, il lavoro nel
caseificio di mio padre, poi le Scuole Medie, il Ginnasio ed il Liceo classico
e quindi l’Università Federico II di Napoli nel quale, a stento, conseguii la
laurea in lettere moderne con risultati non propriamente brillanti. Era il
famoso ’68, l’anno della rivolta studentesca che, però’ non mi coinvolse molto
proprio perché ero anche uno studente lavoratore. Il posto fisso capitò a
Torino e qui feci il grande salto. Professore, mi iscrissi all’Università di
Torino, ma non riuscii a conseguire la seconda laurea per pochi esami. Ebbi
comunque la visita del Ministro della Pubblica Istruzione nella mia scuola,
insegnai scienze dell’educazione agli ultimi
Corsi Abilitanti, conseguìi vari diplomi di specializzazione didattica,
collaborai con varie case editrici e gallerie d’arte. Ebbi l’onore di vivere
nella casa dove visse il poeta Guido
Gozzano. Circa cinquanta attestati, il titolo di Cavaliere al Merito della
Repubblica Italiana, Premi e riconoscimenti da Enti Pubblici e Privati. Intensa
attività nel campo della cultura, ma anche nella solidarietà. Erano gli anni del cartello “non si fitta ai
meridionali”. E davanti a qualche locale pubblico, qualche estroso, si leggeva
il cartello “vietato l’ingresso ai cani ed ai meridionali”. Tra gli anni 70 e
80 scoprìi la parola “solidarietà”. Da spettatore diventai attore, naturalmente
al lato opposto di queste barricate. Ho aiutato, e di questo ne vado orgoglioso.
La parola solidarietà, pur mantenendo lo stesso significato, si è ampliata: ds
nazionale è diventata internazionale. La sofferenza, a mio avviso, la può
alleviare anche chi l’ha subita. La parola di Dio Padre Onnipotente, quando
parte dalla preghiera e sfocia nella solidarietà, viene applicata meglio. Sulla
faccia della terra esistono molti focolai di guerra che rischiano di degenerare
da un momento all’altro, coinvolgendo altre nazioni con politica o religione
diversa. Ma il motivo principale è, e rimane, a mio avviso, l’interesse
materiale, la ricchezza, l’ostentazione di un benessere materiale spesso amaro
risultato dello sfruttamento di altri esseri umani abitatori del pianeta a
pieno diritto. Di tutte le razze, di tutti i credo politici, di tutte le
religioni. Sono partito da zero, in un tempo in cui non esisteva l’appetito, ma
la fame. Un ragazzo di strada nato in un
basso e cresciuto sui marciapiedi. Adesso sono pensionato e aspetto – con
serenità – il giudizio di Dio sul mio operato, sperando anche nella Sua
Misericordia…
Catello Nastro
Nessun commento:
Posta un commento