SCRIVERE OGGI
Tralasciamo i vecchi detti che la scrittura è comunicazione,
cultura, istruzione, propaganda, comunicazione, costruzioni di alti ed altri
edifici virtuali. Tralasciamo il vecchio motto che la lettura, del quotidiano,
della rivista specializzata o dei testi in libreria, se escludiamo, in parte
quelli scolastici, e consideriamo la lettura come informazione (non sempre
obiettiva) di eventi sportivi, politici, sociali o di vita mondana ( il
cosiddetto gossip). Tralasciamo anche di parlare della scrittura in genere. A partire
dagli ideogramma egizi, i geroglifici, il greco, il latino e poi l’italiano,
per condurre e concludere l’itinerario col computer, internet, palmari ed altri
figli della moderna tecnologia. Quando incominciai a scrivere ( le lettere dell’alfabeto
di nostra lingua), usavo il pennino Cavallotti che mi è rimasto, nel tempo, il
più simpatico proprio per il suo nome. Allora usavo la penna composta da un
cilindretto di legno “lu’ spruocculo) colorato in rosa per le femmine ed in
azzurro per i maschietti. Col tempo non si capiva più il colore. Sto parlando
di circa settant’anni fa, quando imperversava il Secondo Conflitto mondiale. La
stilografica ebbe diffusione solo dopo il 1950 ed era riservata ai figli di
papà perché costava molto. Adesso si parla di banco da scuola provvisto di computer,
con tastiera, video ed internet per spedire alla maestra, distante tre o quattro
metri) il compito scritto su supporto informatico Arial 16 perché la maestra,
pur essendo giovane non ci vede tanto bene. La scuola, a mio avviso (non perché
nel secolo scorso ho fatto il professore) è il secondo istituto educativo dopo
la famiglia. La vita e la coscienza completano l’opera. Scrivere, con qualsiasi
tecnica, importante per far girare le proprie idee. In periodo elettorale fanno
girare altre cose facilmente intuibili. Scrivere, ma anche leggere. Dall’articolo
sportivo alla poesia. Il libro fa riflettere la TV nò. E forse è così. Qualche
pessimista ( o ottimista) ha detto che ci sono più scrittori che lettori. E
questo, a mio avviso, è un fatto molto positivo per una società in rapida
evoluzione ( o involuzione per i pessimisti). Forse un giorno le librerie
scompariranno. Come il vecchio, romantico pennino Cavallotti che la prima
volta, con mano tremante, scrisse alla compagna di classe, seduta al secondo
banco a sinistra il messaggio “Ti amo”.
Catello Nastro
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