STRANIERI, IMMIGRATI,
PROFUGHI
Sono tre vocaboli che bisognerebbe eliminare da tutti i
dizionari, di qualsiasi lingua, di qualsiasi nazione, di qualsiasi religione, di
qualsiasi provenienza geografica. In una società multietnica e multirazziale
significa che già enormi passi sono stati compiuti. A dire la verità,
naturalmente, senza pressioni politiche, di razza, di colore della pelle, di
credo religioso. Una società multietnica e multirazziale che cerca spazio e
lascia spazio ad una visione cosmica del creato. Il rispetto per le usanze e le
tradizioni, il credo politico e religioso, talvolta possono rappresentare un
elemento importante nell’integrazione tra i popoli della terra. Sia ben chiaro
che la cultura, la vera fede religiosa, qualunque sia, applicata secondo le sue
regole originali può contribuire al miglioramento del rapporto multietnico e
multirazziale. Analizzando la storia degli emigranti italiani nelle fabbriche
americane o nelle miniere del Belgio, a forza di cose ci sovviene la nostra
emigrazione interna. Anche lo scrivente, dopo la laurea in lettere, dovette
emigrare in Piemonte e, vi posso assicurare, fece onore al paese d’origine.
Altri emigranti sono stati meno fortunati. In tempo di globalizzazione, il
fenomeno diventa mondiale. L’esportazione di personale altamente qualificato,
oggi, fa onore alla nostra nazione. I nuovi immigrati provenienti dall’Africa e
dall’Asia, spesso da paesi con turbolenze intestine, si adeguano facilmente nel
territorio italiano nell’agricoltura e nell’artigianato. Ma le menti straniere
“eccellenti” hanno anche possibilità di emergere e primeggiare nei vari
settori. Sia ben chiaro che in tale campo regna ancora un caos che non
permette un equo utilizzo di menti e mano
d’opera con capacità innovative. E poi non è detto che la diversità porti ad
una crisi dello stato. Manovalanza e menti nuove possono risultare positive per
il progresso dello stato ospitante. Anche i matrimoni di coppie di colore della
pelle diversa rappresentano per il popolo una ricchezza ed una grossa apertura
mentale, e non certamente un succube declino di una civiltà leader a livelli
internazionali in ogni forma espressiva ed evoluzione sociale.
Catello Nastro
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