giovedì 10 aprile 2014

BENITO MUSSOLINI NON E’ PIU’
CITTADINO ONORARIO DI TORINO


La città sana un “vulnus” che durava  da novant’anni. L’amministrazione comunale del capoluogo piemontese ha deciso di revocare, dopo 90 anni, la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Non mi aspetto alcun riconoscimento ed a questo punto mi auguro che non me lo diano, prima perché non lo merito, secondo perché me  lo  potrebbero togliere nel corso dei secoli. Premetto che sono stato candidato nelle liste del PRI nel 1982, ma non sono stato eletto perché la politica politicizzata non è il mio forte. Leggendo l’articolo, con molto stupore. perché pur da lontano penso che i problemi della città capoluogo del Piemonte stiano altrove. Tra le priorità della Città di Gianduia ce ne stavano molti altri da portare avanti. Il gossip televisivo ha anche inquinato il gossip politico e storico. A questo punto devo dire che la mia permanenza a Torino, con sede di insegnamento nel Canavese, è stata una delle esperienze più belle della mia vita di insegnante di scuola media. La domanda che mi pongo, dopo tale breve premessa, è questa. Che senso ha togliere la cittadinanza onoraria ad un uomo politico, dittatore e fascista, che pur qualche successo aveva conseguito a suo tempo? Facciamo il bilancio tra la politica nazionale e quella estera. Da che parte pende la bilancia non si può  dire. Tra tante cose sbagliate ce ne sono state molte positive. Applicando questo curioso teorema, che affonda le sue radici nello spazio e nel tempo, dovremmo anche parlare di onorevoli disonorevoli. Una volgarissima scopata con una diciassettenne (minorenne???”) con notevole esperienza nel settore artigianale nella quale operava senza rilasciare alcuna ricevuta fiscale. Insomma ci troviamo di fronte ad un caso di revisionismo storico dopo quasi un secolo. Che il fautore di questa abrasione storica sia di origini meridionali o settentrionale poco importa. Il promotore di questa inutile impresa non solo ha tirato in ballo un caso inutile perché i processi storici non sono reversibili. Ma ha posto, anche, un’altra domanda: perché mettere in discussione il “beneficiario” di questa nomina ( penso a maggioranza, se non addirittura assoluta), fatta circa un secolo fa e non mettere in discussione anche l’operato di un consiglio comunale di circa un secolo fa? Per questo, cari lettori, ritengo questo un caso di esibizionismo politico, di inutile rivisitazione storica, di eccessivo accanimento tipo “guai ai vinti!!!”, di offesa a coloro che, nell’ambito comunale, a suo tempo, elargirono tale onorificenza “strappata” dopo circa un secolo da una amministrazione comunale che, per sua fortuna, non aveva altri argomenti da discutere.

Catello Nastro

(da l’opinionista italiano.blogspot.com)

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