INNO ALL’AMORE
E’ un poco come l’Inno Nazionale. Quello che penso tutti voi
conoscete. Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, eccetera eccetera. Prima
l’orgoglio di essere umano sul vero e proprio senso della parola, secondo
l’appartenenza ad ideali patriottici in
continua evoluzione in maniera da diventare il credo dei popoli civili della
terra. Terzo l’appartenenza alla comunità recente, quella in corso, in parole
povere, pur avendo raggiunto la terza età che, a mio avviso conferma gli ideali
politici, o quanto meno presunti tali. Oggi ci troviamo in una grossa
confusione politica. E se i problemi di casa nostra sono facilmente e
pacificamente risolvibili, quelli della altre nazioni, appartenenti al pianeta
terra, presentano spesso problemi frutto di rigurgiti politici e dittatoriale
che noi, nati durante la seconda guerra mondiale ben conosciamo. Sia ben chiaro
– ma il lettore attento ed oculato delle mie esternazioni senili – avrà già
compreso forse perché avvezzo alla lettura dei miei pensieri estemporanei nei
quali sovente è difficile trovare la testa e la coda. Forse il mio pensiero
libero sarà pure libertino, ma la chiave d’ingresso rimane sempre la medesima.
Ebbene, io sono convinto che l’amore è una forza costruttiva nella vita
dell’uomo, l’odio è una forza distruttiva e oltrepassa, in molti casi il
processo costruttivo di civiltà, marcandolo e contaminandolo come un “virus” di
informatica conoscenza. Ogni composizione, poetica, letteraria, saggistica o
opinionista, ha il suo peso in questa vicenda virtuale ed informatica. Varie
orchestre con vari strumenti e strumentisti, in vari teatri del pianeta,
eseguono il concerto alla vita. Si tratta, nella maggior parte dei casi di
un’opera prima, presentata al mondo informatico in una maniera semplice,
schietta ed originale, una maniera da gustare appieno tutto il concerto
eseguito da strumentisti più o meno bravi.
E’ ovvio che il concerto non ha altri scopi de non quelli di affratellamento
dei popoli di religionso, di fratellanza cosmica, di amore universale. A questo punte, razza, provenienza geografica e credo religioso divero bisognerebbe
parlare di amore come forza costruttrice della civiltà e di odio, sotto
qualsiasi forma, come forza distruttrice. Sta a noi fare un’equa valutazione e
scegliere la frontiera da difendere.
Quindi entra in ballo il direttore d’orchestra massimo, Dio, e
l’esecutore della sua volontà cristiana, mediocre esecutore della sua volontà,
lo scrittore, e più nella fattispecie l’esecutore d questo scritto, cioè
lo scrivente, normale esecutore delle
volontà, dei dettami e delle regole civili a cui viene sottoposto per
diffonderle. Su supporto cartaceo era più difficile, ma oggi, col mezzo
informatico riesce più semplice, più facile ed anche più economico, presentare
al pubblico dei lettori, le proprie esternazioni. Comunicare, a mio avviso è importante, anche
attraverso i canali della nuova tecnologia informatica. Sia ben chiaro che
anche di questo nuovo processo tecnologico se ne può fare uso cattivo o buono. Il nostro rientra senza dubbio nella seconda
categoria. Proprio perché l’unico interesse in ballo è avulso da sotterfugi
politico-sociali e religiosi. Dopo
questa ampia premessa, interrotta alla seconda pagina di un libro ben più
voluminoso, lasciamo ai lettori la soluzione, il commento, il dibattito.
Catello Nastro