IL BENE ED IL MALE
Nella nostra vita terrena ci troviamo spesso, al confine tra
il bene ed il male. Bisogna decidere da che parte stare, per chi combattere,
chi supportare col nostro pensiero informatico. Naturalmente la nostra
predisposizione al male o al bene, ci porta a fare la prima scelta in questo
ideale dualismo. Esistono comunque dei parametri che stanno a metà tra bene e
male. Fatta questa premessa, sommaria e quasi illogica, incominciamo ad operare
nel campo sociale tra le due possibilità. Innanzitutto è difficile definire il
confine tra il male ed il bene. Il male oggi è rappresentato dalla cattiva
gestione della cosa pubblica, il bene quello che dovrebbe rappresentare la cosa
pubblica. Spesso ci lamentiamo di fatti e misfatti sociali che coinvolgono gli
altri e, indirettamente, noi stessi. Se lo stato, come istituzione e delegato
alla gestione della cosa pubblica, della quale facciamo parte anche noi, opera
in maniera negativa, anche noi, facenti parte di questo sistema politico,
passivamente subiamo i risultati negativi. L’aver scelto questo o quel partito
o candidato alle elezioni politiche o amministrative che siano è senza dubbio
il risultato di un’accurata scelta. Ma nonostante la cura la scelta è
sbagliata. La corruzione, il malgoverno, il ricatto politico, la scelta dei
dirigenti dei politici e di preposti alla gestione della cosa pubblica, della
quale facciamo parte noi stessi, in fin dei conti risulta disastrosa o almeno
lontana dagli obiettivi che c’eravamo proposti al momento della scelta. Il gossip
politico si impadronisce dei risultati della collettività politica, usandoli in
maniera distorta, personalistica o addirittura in netto contrasto con le tue
aspettative. Votare, non votare, votare scheda bianca, scrivere magari una
parolaccia sulla scheda o inveire dopo le elezioni verso i selezionati, non
serve a niente. Quando anche la fede politica viene tradita il cittadino medio
basso, come lo scrivente, perde la fiducia verso le istituzioni, a qualsiasi
livello. Ci sono problemi che bisogna risolvere anche a costo di avere qualche
elettore in meno. Tutto questo potrebbe avere un solo nome: “ Moralizzazione
della vita politica italiana”. In parole povere se parcheggiamo l’auto in
divieto di sosta, ed al ritorno dalla passeggiata ci troviamo sul cruscotto una
bella contravvenzione per divieto di sosta, non dobbiamo imprecare al governo
ladro. I ladri, nel contesto, siamo noi
Catello Nastro
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