martedì 11 febbraio 2014

La storia non si fa con i "se e con i "ma"

LA STORIA  NON SI FA 
CON I” SE” E CON I” MA”

La mia parte di storia vissuta, inizia nella seconda  guerra mondiale, essendo nato nel 1941, continua ancora oggi in tempo di recessione economica, crisi politica, gossip televisivo. Frasi “si stava meglio quando c’era lui, caro lei” o la  Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista, lasciano il tempo che trovano. E qui mi rifaccio a quello che disse un grande uomo politico del passato,  Pietro Nenni, mi pare, convalidare. affermò fermamente: “ La politica è un’arte sperimentale!”. Per affermare, a mio avviso, che ciò che era valido  ieri non potrebbe risultare valido oggi. Nel corso degli ultimi anni la politica ha subito radicali cambiamenti, di partiti, di persone, di  pensieri. Forse qualcuno potrebbe aggiungere, a ragione, che la troppo evoluzione (?) abbia apportato anche delle enormi involuzioni. Il rapporto stato- politica – chiesa è stato ridotto, in casi estremi, a satira televisiva, gossip, guerriglia politica a tutto danno della  famosa e fu impresa italiana, Non vorrei essere tacciato di razzismo anche perché anche lo scrivente è stato candidato alle amministrative ben tre volte: due volte al consiglio comunale di Agropoli, la prima quasi mezzo secolo fa, di poi al consiglio comunale di Torino ed infine ad Agropoli. Naturalmente con  risultati negativi. Sono state delle esperienze di normale cittadino che si espone con la sua manciata di voti a riempire il carro del direttore della politica. Nonostante ciò credo ancora nella politica ed in uomini capaci, da un lato all’altro dell’ideologia politica per risolvere i problemi di uno stato in crisi, anzi con molte crisi in tanti settori. Dal mercato locale siamo passati a quello nazionale, della Comunità ed infine internazionale ed intercontinentale. Ma si può sperare in un futuro migliore per quelli che seguiranno? Se alcuni settori fanno passi da gigante, come la ricerca, il volontariato, la solidarietà, l’accoglienza dei profughi politici. In conclusione, la disparità di reddito da lavoro manuale, artigianale e creativo risulta del tutto evidente. I mass media, in tutto questo guazzabuglio, hanno il diritto. O almeno cercare di fare il possibile per compiere questa azione di ordine morale, anche a parziale danno di facili introiti di ordine materiale. Questo per i nostri figli e per  quelli che verranno.


Catello Nastro

Nessun commento:

Posta un commento