FRESCO
DI GIORNATA N.2
Sabato 27 aprile me ne sto seduto
davanti al mio studio in Via Filippo Patella, nel centro storico della
bellissima cittadina di Agropoli, capoluogo del Cilento. Guardo il passeggio di
coppie di stranieri e di provenienti da varie regioni della penisola, che
visitano il Cilento approfittando degli ottimi prezzi di bassa stagione
praticati da alberghi e ristoranti del paese, oltre che da pizzerie e pensioni
che abbondano…in abbondanza. Passano amici di antica data ed ex compagni di
scuola di mezzo secolo fa. Tra costoro oggi è venuta a salutarmi una ex collega di liceo che, a prima vista, il
tempo sembrava trascorso solo per me, anziano per non dire vecchio. A dire la
verità era la collega più bella e quindi più corteggiata di tutto il Liceo
Classico “abbasci’a marina”. L’ho subito riconosciuta perché il tempo sembrava
trascorso per tutti i compagni di
scuola, ma non per lei. Solo qualche rughetta, ma la sua visita mi ha fatto
ritornare indietro col tempo ad oltre mezzo secolo fa. Il fatto mi ha procurato
una gioia immensa. Dopo i saluti un altro evento degno di nota. Proprio di
fronte al negozio di antichità dei miei figli, su una panchina pubblica, un
uomo suonava note approssimative da una fisarmonica piccola di ventiquattro
bassi. Probabilmente era russo. Il figlio, dell’età dei miei nipoti, chiedeva
l’elemosina con grande dignità, come quella evidenziata dal genitore. Quasi per
una rivalsa psicologica, perché scippato la settimana scorsa facendo una elemosina
, cavo dalla tasca un euro, ben badando al portafogli, e lo pongo nelle manine
del bambino in età di asilo o al massimo di prima elementare. Un padre
abbandonato, assieme al figlio? Un uomo senza lavoro e senza fissa dimora? Uno
sbandato sociale? Non importa chi era. Senza dubbio un disgraziato. Il bambino
mi ringrazia, prende l’euro e lo consegna al genitore. Un sorriso in cambio di
un euro ben pagato. Questa volta ho tenuto d’occhio il portafogli. Non ho perso
la fiducia nell’essere umano e nella solidarietà anche se l’ultima volta che ho
dato un euro mi è costato quasi cinquecento euro. Tenga conto il lettore che
sono un pensionato statale. Leggasi “Fresco di giornata” della precedente
puntata. Non sono ancora un vecchio rimbambito: sono ancora uno che crede nella
solidarietà umana. Anche se solo un euro per volta!!!
Catello
Nastro
agropolicultura.blogspot.com