lunedì 9 dicembre 2013


CATEGORIE A  RISCHIO

 IN TEMPO DI

 RECESSIONE

Ci troviamo in pieno clima di recessione economica che investe tutti i settori lavorativi. Escludiamo il settore burocratico statale, quello politico o politicizzato:  stato, regioni, provincie, comuni  e via di seguito per andare a finire al settore privato per la produzione di beni e di servizi. Un vecchio motto così recitava: “ Quando l’acqua scarseggia, la papera non galleggia.” Già da alcuni mesi, per la verità, l’acqua sta scarseggiando e la papera rischia non di morire affogata, ma per la troppa siccità. Nel settore  della piccola impresa, commerciale o artigianale che sia, la situazione sta diventando drammatica. Molte piccole ed anche grandi imprese si trovano su un precipizio col rischio di cadere da un momento all’altro. Non scomodiamo la politica politicizzata, ma nel settore si è venuto a creare una caos tale da mettere in dubbio la resistenza di piccoli artigiani, commercianti ed imprenditori che alla fine del mese fanno salti mortali per pagare gli operai ma anche…le tasse. Naturalmente, sia ben chiaro che non sto avvalorando l’ipotesi di eliminare le tasse. Solo uno stato con un PIL rilevante lo potrebbe fare. Sia ben chiaro che chi scrive, nato durante la Seconda Guerra Mondiale, reduce delle battaglie studentesche del ’68 alla Federico II di Napoli, ha adeguata competenza storica essendo partito dall’artigianato, per confluire di poi alla Pubblica Istruzione. Un impiegato statale, insomma. Quando si superano i settanta anni, con una moglie, due figli e tre nipoti la visuale del futuro prossimo cambia colorazione. Da roseo diventa grigio. Creando un forte senso di colpevolezza per la scelta del lavoro dei figli e per il futuro dei nipoti. Certamente un tozzo di pane non manca mai, ma lavorare una vita per creare qualcosa nella quale credevi, si rimane con una mangiata di mosche in mano. La rassegnazione della terza età alle soglie dei tre quarti di secolo di vita: mai. Perseguire attività malavitose: mai. E poi delinquenti si nasce. Forse è grazie a costoro  e ad una cattiva gestione della cosa pubblica che il cielo si è annuvolato. Lo stato…un coacervo  insieme di personalità che se conoscono la penna ed il computer si sono dimenticati della zappa e del trattore. In tale maniera non si può avere una visione chiara sul processo evolutivo, o almeno stabile, di uno Stato con la esse maiuscola. A questo si aggiunge il gossip mediatico, quasi un cabaret  televisivo che crea maggiore confusione in un ambiente politico che più di politica si occupa di spettacolo televisivo. In conclusione…Molti imprenditori hanno deciso di farla finita rifiutando un mondo di merda umana, arrogante e strafottente. Quei pochi onorevoli, di nome e di fatto, sovente vengono zittiti con lusinghe o con minacce. Il prodotto interno è diminuito, di conseguenza i consumi sono diminuiti. L’unico ad essere aumentato è il numero dei suicidi. Gente che ha perso la fiducia in se stesso e nelle istituzioni. Per condire questa indigesta pietanza, una grattata di suicidi, un pizzico di camorra, due foglioline di strozzinaggio ed una spruzzata di malavita organizzata. Quo vadis??? Non lo so. Lascio al lettore le riflessioni  più importanti…


Catello Nastro 

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