Ammirare
il tramonto
DALLA
PIAZZA DELLA CHIESA DELLA
MADONNA DI COSTANTINOPOLI
Agropoli alta, detta in gergo
volgare “’Ngopp’Aruopuli”, situata sulla collinetta proprio sul mare, abitata
dall’uomo preistorico e da un susseguirsi, nella storia, da popoli di varia
origine e cultura, rappresenta il fiore all’occhiello dei nuovi “invasori”,
turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Durante l’inverno, a
dire la verità, il centro storico della cittadina capoluogo del Cilento
sonnecchia, con poche presenze turistiche, ma popolata dai suoi personaggi
locali, pochi per la verità, che fanno da contorno, quasi coreografia al
paesaggio semideserto. Forse in questi personaggi ci sta la vera anima del
cilentano. Quello che scende dagli scaloni ogni mattina per andare al lavoro,
per le massaie che vanno a fare la spesa e per i ragazzi che vanno a scuola.
Dimenticavo di citare le varie popolazioni che si sono avvicendate sulla
deliziosa collinetta prospiciente il mare. I Lucani, i Greci della vicina
Paestum, i Romani, i Bizantini, i Saraceni, i Normanni, gli Angioini e gli
Aragonesi, i Borboni di Napoli e quando Garibaldi donò il Sud al Nord, cioè ai Savoia, divenimmo Italiani.
Dall’incontro di Teano di tempo ne è passato e di gente, nel nostro paese ne
vediamo di tutti i colori. Per la maggior parte onesti lavoratori nel campo
dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’assistenza alle persone anziane. Già
anni addietro, in un mio articolo “Immigrazione e substrato sociale”, annotai
come gli immigrati si fossero ben inseriti nel contesto sociale cittadino,
proprio perché non erano discriminati. Fino agli anni sessanta si parlava di
matrimoni tra agropolesi e napoletani. Oggi a distanza di circa mezzo secolo si
parla di matrimoni con Europei, Africani, Asiatici ed Americani. E, a dire la
verità, escluso qualche… disguido, le cose sembrano funzionare abbastanza bene.
Quando si lavora c’è pane per tutti. Dall’alto della sua chiesa, la Madonna di
Costantinopoli guarda, sorride e benedice coppie di sposi tra indigeni ed immigrati.
Anche la sua statua è quella di una immigrata a causa dell’iconoclastia…
Catello Nastro
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