CATEGORIE A RISCHIO
IN TEMPO DI
RECESSIONE
Ci troviamo in pieno clima di recessione economica che
investe tutti i settori lavorativi. Escludiamo il settore burocratico statale,
quello politico o politicizzato: stato,
regioni, provincie, comuni e via di
seguito per andare a finire al settore privato per la produzione di beni e di
servizi. Un vecchio motto così recitava: “ Quando l’acqua scarseggia, la papera
non galleggia.” Già da alcuni mesi, per la verità, l’acqua sta scarseggiando e
la papera rischia non di morire affogata, ma per la troppa siccità. Nel
settore della piccola impresa,
commerciale o artigianale che sia, la situazione sta diventando drammatica.
Molte piccole ed anche grandi imprese si trovano su un precipizio col rischio
di cadere da un momento all’altro. Non scomodiamo la politica politicizzata, ma
nel settore si è venuto a creare una caos tale da mettere in dubbio la
resistenza di piccoli artigiani, commercianti ed imprenditori che alla fine del
mese fanno salti mortali per pagare gli operai ma anche…le tasse. Naturalmente,
sia ben chiaro che non sto avvalorando l’ipotesi di eliminare le tasse. Solo
uno stato con un PIL rilevante lo potrebbe fare. Sia ben chiaro che chi scrive,
nato durante la Seconda Guerra Mondiale, reduce delle battaglie studentesche
del ’68 alla Federico II di Napoli, ha adeguata competenza storica essendo
partito dall’artigianato, per confluire di poi alla Pubblica Istruzione. Un
impiegato statale, insomma. Quando si superano i settanta anni, con una moglie,
due figli e tre nipoti la visuale del futuro prossimo cambia colorazione. Da
roseo diventa grigio. Creando un forte senso di colpevolezza per la scelta del
lavoro dei figli e per il futuro dei nipoti. Certamente un tozzo di pane non
manca mai, ma lavorare una vita per creare qualcosa nella quale credevi, si
rimane con una mangiata di mosche in mano. La rassegnazione della terza età
alle soglie dei tre quarti di secolo di vita: mai. Perseguire attività
malavitose: mai. E poi delinquenti si nasce. Forse è grazie a costoro e ad una cattiva gestione della cosa pubblica
che il cielo si è annuvolato. Lo stato…un coacervo insieme di personalità che se conoscono la
penna ed il computer si sono dimenticati della zappa e del trattore. In tale
maniera non si può avere una visione chiara sul processo evolutivo, o almeno
stabile, di uno Stato con la esse maiuscola. A questo si aggiunge il gossip
mediatico, quasi un cabaret televisivo
che crea maggiore confusione in un ambiente politico che più di politica si
occupa di spettacolo televisivo. In conclusione…Molti imprenditori hanno deciso
di farla finita rifiutando un mondo di merda umana, arrogante e strafottente.
Quei pochi onorevoli, di nome e di fatto, sovente vengono zittiti con lusinghe
o con minacce. Il prodotto interno è diminuito, di conseguenza i consumi sono
diminuiti. L’unico ad essere aumentato è il numero dei suicidi. Gente che ha
perso la fiducia in se stesso e nelle istituzioni. Per condire questa indigesta
pietanza, una grattata di suicidi, un pizzico di camorra, due foglioline di
strozzinaggio ed una spruzzata di malavita organizzata. Quo vadis??? Non lo so.
Lascio al lettore le riflessioni più
importanti…
Catello Nastro