10 FEBBRAIO GIORNATA DELLE FOIBE
Con questo breve scritto, in occasione della giornata delle foibe, non voglio fare un trattato su un periodo storico, e bellico, di particolare violenza, che coinvolse quasi tutti gli stati o gruppi etnici che affacciavano sull’Adriatico settentrionale. Il 1941, anno in cui nacque anche Catello Nastro, fu particolarmente terribile per atti di violenza nel corso di quella furono perpetrati una serie di eccidi che andarono sotto la voce di “pulizia etnica”. Non solo militari e caporioni politici furono barbaramente trucidati, ma anche uomini inermi e pacifici, donne e bambini subirono la stessa sorte. Il golfo di Castellammare di Stabia, mio paese natìo, lontano non fu coinvolto e San Catello protettore, protesse, tra gli altri pure me. Come alla base di tutte le guerre, la terribile base per uno sterminio razziale all’ingrosso, fu il predominio territoriale. Non starò qui a farvi la terribile ed inumana storia di questo sanguinoso e vergognoso periodo storico, perchè si può leggere su tutti i libri e sulle riviste. Accanto allo sterminio degli Ebrei nei campi di concentramento nazisti, quello delle foibe è un intervento del quale molti si dovrebbero vergognare. Una lapide, all’ingresso di un cimitero della zona in questione, così recita: “ Ai Fiumani di ogni fede e razza scomparsi in pace ed in guerra, cui violenza totalitaria negò umana giustizia e cristiana sepoltura, tu, libero dall’odio, qui, per essi fermati e prega.” Queste ricorrenze, spesso riportate nei miei scritti di anziano pensionato statale, che non può uscire di casa perchè fuori fa troppo freddo, sia ben chiaro, non vogliono essere delle ricerche storiche o approfondimenti su argomenti del passato. Ma il ricordo delle buone azioni dovrebbe servire alle nuove generazioni per continuare sulla strada della pace, della fratellanza tra i popoli, della solidarietà umana verso chi ha bisogno di un tozzo di pane, di un tetto dove ripararsi, di un medico che curi le sue malattie, di un orecchio che ascolti – e sappia ascoltare – la voce di chi non ha voce, la richiesta umile di chi è nato umile in un territorio umile. Oggi, nel paese in cui vivo, Agropoli, dal 21 0ttobre del 1951, la solidarietà è attiva e presente. Associazioni di volontariato, onlus ed organizzazioni benefiche non a scopo di lucro, rappresentano il fiore all’occhiello della nostra comunità, sia giovane che anziana. In una società multietnica e multirazziale, spartendo il panino con un compagno di altra fede politica, culturale, religiosa, di altro colore della pelle, non solo si incentiva la fratellanza, ma anche la pace nel mondo. Le pagine vergognose della storia, devono essere delle pietre atte ad edificare un mondo diverso in cui ci sia spazio, lavoro, pane e comprensione per tutti. Solo in questa maniera potremo progettare un mondo senza “diversi”, in cui la tolleranza cancelli dal proprio dizionario le parole “violenza, guerre, deportazioni, pulizia etnica, campi di sterminio, foibe.”
Catello Nastro
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