Una estate ad Agropoli
ANZI SESSANTA ESTATE
Oramai tutti i miei lettori, su supporto cartaceo o informatico, sanno che il 21 ottobre del 1951, da Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, con la mia famiglia, sono emigrato ad Agropoli, cittadina nella quale tuttora vivo e dalla quale sto scrivendo queste esternazioni di uno arrivato a dieci anni e giunto oramai a settanta. Non è che mi dispiaccia di essere arrivato a questa età, col titolo di anziano, vecchio, matusa o nonno che dir si voglia. Conosco l’evoluzione politica, civile, artigianale, industriale, turistico alberghiera, morale, civile e culturale del paese meglio di chiunque altro. Ad Agropoli, città che mi ha ospitato nel migliore dei modi e che mi ha trattato e conservato parimenti sono devotamente riconoscente. E se in qualche mio scritto è stata evidenziata qualche lamentela è stato solo per migliorare la situazione e certamente non fare una sterile critica di opposizione globale. Ad Agropoli sono vissuti i miei genitori, vive la mia famiglia, vivono i miei figli, vivono i miei nipoti. Ben quattro generazioni, per la maggior parte artigiani ed anche professionisti. Come lo scrivente. 1951 – 2011, Sessanta estate vissute tutte in maniera diversa. Ma quella che vivo attualmente, abitando nella via della “Movida Agropolese”, è del tutto particolare. Sotto il mio balcone, al primo piano di Via Patella, nel centro storico della cittadina capoluogo del Cilento, stazionano quasi cinquecento giovani, ben distribuiti in una mezza dozzina di locali creati appositamente per i nottambuli cilentani ed ospiti, italiani e stranieri della straordinaria cittadina del Cilento. “Pane e vino” è forse il primo. Con meno di dieci euro mangi e bevi stando comodamente seduto e guardando il passeggio. Poi ci sta una gelateria che fa dei gelati straordinari ed ha come ospiti abituali i miei nipotini quando mi chiedono due euro per la coppetta con due gusti. Di fronte ci sta la caramellerai. Con un solo euro puoi gustare vari tipi di caramelle. Naturalmente la maggior parte dei clienti sono bambini. Per quelli della mia età è un locale “off limits” per via della dentiera. “Certe notti” è il locale dei vip, ma, per la verità, è accessibile anche al ceto medio. Di fronte ci sta la “Creperia” del mio amico Angelo che fa delle crepe straordinarie che lo scrivente ha gustato una sola volta per questioni di dieta. Affianco alla Creperia e proprio di fronte a “Certe notti” ci sta “Scaloni summer” che tradotto in dialetto cilentano dovrebbe significare “sott’è scaluni”. Gli scaloni sono quarantaquattro e portano al centro storico dove ci sono delle pizzerie caratteristiche che portano la pizza nel cestino. Consigliabile è la pizza coi fiorilli “trad: sciuriddi re cucuzzieddo” che rappresenta il fiore all’occhiello dell’arte pizzaiola cilentana. Negozi ed attività caratteristiche completano le soddisfazioni del corpo. Per lo spirito ci sta la chiesa della Madonna di Costantinopoli, con un bellissimo terrazzo su un panorama stupendo da cui si più ammirare l’antico convento francescano, lo scoglio dal quale S. Francesco predicò ai pesci, la porta bizantina, il panorama sul porto e la chiesa dei Santi Patroni della città: Pietro e Paolo, vicino al castello dove lo scrivente il 16 maggio del 1971 entrò scapolo ed uscì coniugato, naturalmente con la moglie che dorme nella stanza affianco e prima di andare a dormire ha lasciato il consueto messaggio “ Quando hai finito di scrivere le tue idiozie che nessuno leggerà mai e vieni a letto non fare rumore e non disturbare!!!”. Non vorrei fare pubblicità gratuita, ma solo per onor di cronaca annoto che in Via Patella trovasi anche un interessante negozio di antiquariato gestito dai miei figli che hanno migliorato di molto la situazione del genitore. Fino a due anni fa abitavo in campagna, ma ora, disabile alla guida automobilistica notturna, ora anche serale, sono costretto a vivere al centro della cittadina capoluogo del Cilento. Ed essendo anche uno storico è giusto che viva nel centro storico. Ho parlato solo dell’estate 2011 omettendo le altre cinquantanove estate vissute ad Agropoli. Ma ne ho scritto tanto che oramai i miei lettori ne hanno le scatole piene. Venite ad Agropoli e non ve ne pentirete. Scritto ad Agropoli, non per contributi, ma per insonnia.
Catello Nastro
Nessun commento:
Posta un commento