Fino ad oggi per camorra si intendeva la malavita nel
napoletano. Premetto che non è mia intenzione quantificare, giudicare o analizzare
detto malavitoso evento sociale,, ma rilevare la diffusione di questo fenomeno
in quasi tutto il pianeta terra. Qualcuno, a questo punto, potrà obiettare che
forse sarebbe stato meglio intitolare il presente scritto “malavita cosmica”,
ma io, che sono di origini napoletane, pur avendo assorbito una cultura
piemontese, per avere operato per alcuni anni a Torino, quasi seconda patria, penso
che la camorra da napoletana sia diventata mondiale. Una differenza, però, ci
sta! L’antica camorra napoletana aveva il suo codice d’onore, pur operando
nella piena illegalità, sebbene con delle regole che, in un processo storico,
consentivano alla medesima le cosiddette “attenuanti generiche.” Il rispetto
per le donne ed i bambini, ad esempio, che rappresentavano, ieri come oggi. le
categorie più indifese e più facili da
raggiungere. Oggi le regole morali non esistono più. I crimini sono aumentati e
molto spesso le vittime sono donne e bambini. Leggevo tempo addietro che i
malavitosi della Birmania si erano appropriati dei terreni in prossimità del
mare di contadini per i quali un piccolo raccolto costituiva un minimo reddito
atto a sfamare una famiglia col minimo indispensabile. Per sopravvivere le
mamme facevano prostituire le figlie in età scolare ma maniaci pedofili che
nessun dio potrà assolvere. La corsa al petrolio ed allo sfruttamento del
sottosuolo. Proprio l’altra sera ho seguito per TV la vita degli emigranti
italiani in Belgio, dopo il secondo conflitto mondiale, nelle miniere di
carbone a parecchi metri di profondità: Molti non sono tornati. Molti sono
rimasti sotto le macerie a causa di smottamenti di terreno a centinaia di metri
di profondità. Oggi la camorra non è più napoletana, ma russa, cinese,
africana, ecc. L’arricchimento materiale si è internazionalizzato con illeciti
profitti all’ordine di milioni di euro. Basta leggere i giornali per seguire le
terribili vicende degli emigranti dall’Africa e dal Medio Oriente verso la
Sicilia. Zona di smistamento per questi poveri disgraziati per lo più sfruttati
e spesso ingannati. Li chiamano “vittime del mare” ma sono solo vittime della
malavita organizzata di taluni paesi del Mediterraneo i cui governi spesso
chiudono un occhio, spesso tutti e due. Sono, come ho detto di origini
napoletane e ne vado orgoglioso. Ho guidato l’auto ed il furgone per molti
anni. Adesso che sono arrivato (fortunatamente) ai tre quarti di secolo, non
guido più: non per paura verso la mia vita, ma per il terrore di investire un
bambino. E’ logico che a nessuno “piace far passare la mosca sotto il naso”. Ma
tanti incidenti potrebbero essere
evitati, molte vite salvate. Basterebbe il buon senso e lo spirito cristiano.
Anche questa è cultura, civiltà, emancipazione, progresso, coscienza.
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