PERCHE’ COSE INUTILI ?
I valori umani, come del resto tutte le cose materiali o spirituali, si possono racchiudere in due grosse categorie: le cose utili e le cose inutili. Le cose utili, di ordine materiale, sono quelle che ci consentono la sopravvivenza. Il pane, la pasta, il vino, la frutta e la verdura, la carne ed il pesce (anche se surgelato), una abitazione modesta e non una sontuosa villa di venti stanze con il salone per fare due feste l’anno, un bagno e non cinque, magari con la vasca idromassaggi di ultima produzione tecnologica. La possibilità di andare al mare o ai monti almeno una settimana l’anno, anche se in una azienda agrituristica, un hotel ad una sola stella con pensione completa di prodotti alimentari in offerta speciale alla grande distribuzione dei supermercati, con primo, secondo, contorno, frutta e vino senza scomodare il Brunello di Montalcino, ma offrendo quello da supermercato in offerta speciale (una dama da litri cinque al posto di una bottiglia da 750 cc..) Una Fiat Punto sotto casa con oltre centomila km., ultradecennale, con molte ammaccature anteriori, posteriori e laterali, che nemmeno lo scasso accetterebbe, per non parlare poi della permuta. “Con la permuta facciamo cinquecento euro euro di sconto, se invece la rottamazione la fa lei le facciamo mille euro di sconto anche con rateazioni senza interessi fino ad un anno”. L’essenziale delle cose utili è perché sono utili nella quotidianità dell’essere cosiddetto civile. Tutto ciò che non è utile, nell’ordine dei valori materiali, appartiene al mondo delle cose inutili. Ma allora i valori utili quali sono? La famiglia, l’amore, il lavoro. La spiritualità, di qualsiasi provenienza esercitata nel vero valore dei dettami religiosi. Per i cattolici basta scomodare i Dieci Comandamenti ed interpretarli più nella parte pratica che in quella teorica, o addirittura nella forma bigotta di frequentazioni di edifici sacri, con litanie continue che nulla a che vedere coi dettami del Vangelo. Ed il rapporto con le altre religioni? Chi ha fame ha fame: perché la fame non c’entra un cacchio con le religioni. Tutti hanno diritto ad un sostentamento materiale per mangiare al solo scopo di sopravvivere. L’esagerazione dell’alimentazione, porta inesorabilmente all’obesità, all’aumento del colesterolo e della glicemia, ad un difficile controllo delle attività fisiche e psichiche dell’essere umano in genere. Con peggioramento delle attività umane psico-fisiche peggiorando inesorabilmente la qualità della vita. Anche questi, cioè gli eccessi, sono dei valori inutili, anzi dannosi, di ordine materiale. Dopo aver trattato dei valori materiali della vita, accenniamo anche ai valori morali, spirituali, etici, del nostro percorso chiamato “vita terrena”. Queste frequentazioni dell’individuo umano, nel percorso genericamente chiamato “vita”, si possono sviluppare, analizzare ed anche modificare nel nostro percorso vitale. La solidarietà, la famiglia, la religione, il credo politico esternato in maniera etica ed autonoma, cioè senza favorire “cumpari e cumparielli”, di estrazione camorristica-mafiosa o comunque criminale ed antisociale, in un clima di corruzione che favorisce il singolo danneggiando una collettività di migliaia di salariati, lavoratori, artigiani, commercianti, costretti sovente a pagare protezione, tangenti e gabelle varie per una sopravvivenza in clima a dir poco camorristico - mafioso di ultima generazione, armato, informatico, con diramazioni nazionali ed internazionali, spesso dediti al controllo ed alla distribuzione sul mercato della cosiddetta “bubbazza”, che spinge ogni giorno nuovi giovani sani ad una dipendenza che porta in linea indiretta all’ospedale ed alle case di cura in linea diretta ed in casi estremi direttamente al cimitero, con strazio di genitori acculturati medio bassi che si chiedono il perché del loro fallimento di fronte a nuove frontiere nella quali il nemico brancola nel buio e sovente viene protetto dalle stesse istituzioni per una giustizia non sempre giusta. Valori inutili e negativi. In contrapposizione troviamo altri valori ancora resistenti e renitente alle facili quanti negative divagazioni sul tema. Il più importante di questi valori è la famiglia. Quando si sfalda la famiglia i danni diventano enormi anche per minori innocenti ed inconsapevoli che si chiedono, senza risposta, il perché di questo virus non informatico. Al secondo posto viene la scuola. Professori corrotti, diplomifici, fabbriche di ragionieri che non ragionano, sono all’ordine del giorno. La giustizia interviene, ma il “leguleo” di ultima generazione ( non tutti fortunatamente), trovano il cavillo per annullare quanto con enorme chiarezza evidenziato dalle indagini eseguite da impiegati dello stato integri ed onesti, emerge. A questo punto i valori utili diventano inutili e quelli inutili, al contrario, utili. Sembra un gioco di parole. Ma tenga conto il lettore attento ed oculato, che questo scritto vuole essere un incentivo alla riflessione, e non un giudizio sommario su questo o su quel presunto colpevole. Leggevo tempo addietro, che il primo istituto educativo è la famiglia, il secondo la scuola, il terzo le istituzioni. Quando uno o più di essi viene meno al suo compito, la preparazione dei giovani rimane barcollante. Se abbiamo amministratori corrotti, senza guardare a destra, centro o sinistra, significa solo una cosa: la perdita dei valori dell’uomo cosiddetto civile, che sovente predica bene e razzola male, che accumula ricchezze anche sottraendo il pane dalla bocca di un bambino che ha fame. Spenderà migliaia di euro per pagare una volgare puttana di alto bordo, senza pensare alla differenza tra i valori utili e quelli inutili. Un prezzolato rapporto sessuale con una troia di alto livello potrebbe anche essere l’equivalente del pranzo di mille bambini che hanno fame, in qualsiasi continente del mondo. Ma il sopraccitato soggetto se ne fotte radicalmente. Non è un potente, ma un escremento umano, della peggiore razza e della peggiore produzione mondiale. Non fa parte delle cose utili, ma solo delle cose inutili. E per di più dannose, per se, per la società nella quale vive, per in contesto socio-culturale-umano del quale fa parte ( anche negativamente), per la società intera. Solo riflettendo su questo breve scritto si potrà capire la provocazione bonaria, di un vecchio ultrasettantenne, che crede ancora nella riconversione morale dell’individuo operante nella società moderna del Terzo Millennio…
Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com
lopinionistaitaliano.blogspot.com
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