giovedì 28 aprile 2011
domenica 24 aprile 2011
La Centrale Nucleare a Paestum
Idee balzane cilentane
LA CENTRALE NUCLEARE NELLA PIANA DEL SELE
Innanzitutto penso che questa proposta sia stata fatta da qualcuno che, come lo scrivente, talvolta si trova a corto di argomenti e ne inventa, di proposito, alcuni che non hanno motivo non solo di esistere, ma anche di essere proposti. Nella Piana del Sele esiste il turismo archeologico, il turismo balneare, il turismo rurale nei paesi collinari, naturalmente, il turismo religioso, il turismo enogastronomico e tutti gli altri tipi di turismo che una normale guida turistica possa riportare. Il Museo, l’area archeologica, la basilica paleocristiana, le Trabe, il Getsemani, la Madonna del Granato sono solo alcune delle tappe che nessun turista può ignorare. Gli alberghi dell’antica Poseidonia sono di tutte le stelle, il che significa anche che sono per tutte le tasche. Benvenuto il turismo miliardario, ma benvenuto anche il turismo della terza età o quello scolastico nella bassa stagione. I commercianti della vicina Agropoli si lamentano sovente che “l’estate si è ristretta”. Cosa significa? Semplicemente che a Paestum il turismo dura quasi tutto l’anno, ad Agropoli solamente pochi mesi. E, credetemi, cari lettori, non è solo una questione culturale, ma una questione di puro e semplice carattere imprenditoriale. Un vecchio motto napoletano così recita” Ha miso ‘na fravececa ‘e sgarzette addò nasceno ‘e creature senza capo”. Tradotto significa, o potrebbe significare che un persona è così stupida di aver impiantato una fabbrica di cappellini per bambini in un paese dove nascono i bambini senza testa.” Dopo questa lugubre osservazione veniamo al dunque. Una centrale nucleare nel Cilento o nella Piana del Sele è possibile? No! No! Assolutamente no! E perché si chiederà a questo punto il lettore attento ed oculato. Per i seguenti motivi:
1) Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano un sito archeologico, storico e culturale di fama nazionale ed internazionale.
2) Il Cilento e la Piana del Sele sono un sito soggetto a fenomeni sismici e fenomeni di dissesto idrogeologico.
3) Il Cilento e la Piana del Sele, pur avendo subito una forte speculazione edilizia che ne hanno deturpato il paesaggio, rimane ancora un territorio pulito esente da imbarbarimento sociale dovuto a quartieri ghettizzati o periferie emarginate dal contesto socio-culturale del paese.
4) Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano una parte della provincia di Salerno che ha visto una larga diffusione della raccolta differenziata. Oltre a paesi collinari, mi riferisco ai tre maggiori centri: Capaccio, Agropoli, e anche Vallo della Lucania. Non dimentichiamo che nella Guida turistica della Michelin di ottanta anni fa, Vallo della Lucania viene riportato come paese turistico.
5) L’enogastronomia del Cilento e della Piana del Sele stanno raggiungendo vette altissime nelle guide di enogastronomia nazionali ed internazionali. La valorizzazione dei prodotti genuini della nostra terra sta assurgendo a livelli mai visti primi. Carciofi, finocchi, fagioli, ceci, vini, ortaggi, paste, dolciumi, salumi e formaggi, sono tutti di alta qualità ed apprezzati in tutte le tavole.
6) Le Sagre enogastronomiche del territorio richiamano annualmente migliaia di visitatori e buongustai che apprezzano anche musica e canzoni cilentane della tradizione, modernizzate e riproposte ad un pubblico sempre più esigente, da grossi artisti ( non riporto alcun nome per non fare torto a qualcuno avendolo dimenticato). Ma basta cercarli su YouTube per rendersi conto dell’alto livello artistico e culturale dei suddetti.
7) Il Cilento e la Piana del Sele, una volta oggetto e succube di un odioso quanto iniquo caporalato, hanno un livello di occupazione nel settore agricolo, dell’allevamento ( bafalino in particolare) che produce una mozzarella unica al mondo e prelibata e conosciuta anche nei paesi dell’estremo oriente.
8) Il Cilento e la Piana del Sele, pur conoscendo episodi di malavita generica, certamente non sono al livello di altre zone a nord o a sud del territorio in questione.
9) Pur non rappresentando “l’isola felice” dell’Italia Meridionale, il territorio è un faro nel mondo del terzo millennio.
10) Col nucleare questo faro non sarà meglio illuminato: verrà spento inesorabilmente. Distruggendo quello che gli antichi padri hanno costruito lottando contro i parassiti baroni ed i Borboni, loro complici, in una lotta impari che comunque ha dato i suoi risultati nel 1821, nel 1828, nel 1841, nel 1848.
Il Cilento e la Piana del Sele stanno bene così. Nucleare: no grazie!!!
Catello Nastro
LA CENTRALE NUCLEARE NELLA PIANA DEL SELE
Innanzitutto penso che questa proposta sia stata fatta da qualcuno che, come lo scrivente, talvolta si trova a corto di argomenti e ne inventa, di proposito, alcuni che non hanno motivo non solo di esistere, ma anche di essere proposti. Nella Piana del Sele esiste il turismo archeologico, il turismo balneare, il turismo rurale nei paesi collinari, naturalmente, il turismo religioso, il turismo enogastronomico e tutti gli altri tipi di turismo che una normale guida turistica possa riportare. Il Museo, l’area archeologica, la basilica paleocristiana, le Trabe, il Getsemani, la Madonna del Granato sono solo alcune delle tappe che nessun turista può ignorare. Gli alberghi dell’antica Poseidonia sono di tutte le stelle, il che significa anche che sono per tutte le tasche. Benvenuto il turismo miliardario, ma benvenuto anche il turismo della terza età o quello scolastico nella bassa stagione. I commercianti della vicina Agropoli si lamentano sovente che “l’estate si è ristretta”. Cosa significa? Semplicemente che a Paestum il turismo dura quasi tutto l’anno, ad Agropoli solamente pochi mesi. E, credetemi, cari lettori, non è solo una questione culturale, ma una questione di puro e semplice carattere imprenditoriale. Un vecchio motto napoletano così recita” Ha miso ‘na fravececa ‘e sgarzette addò nasceno ‘e creature senza capo”. Tradotto significa, o potrebbe significare che un persona è così stupida di aver impiantato una fabbrica di cappellini per bambini in un paese dove nascono i bambini senza testa.” Dopo questa lugubre osservazione veniamo al dunque. Una centrale nucleare nel Cilento o nella Piana del Sele è possibile? No! No! Assolutamente no! E perché si chiederà a questo punto il lettore attento ed oculato. Per i seguenti motivi:
1) Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano un sito archeologico, storico e culturale di fama nazionale ed internazionale.
2) Il Cilento e la Piana del Sele sono un sito soggetto a fenomeni sismici e fenomeni di dissesto idrogeologico.
3) Il Cilento e la Piana del Sele, pur avendo subito una forte speculazione edilizia che ne hanno deturpato il paesaggio, rimane ancora un territorio pulito esente da imbarbarimento sociale dovuto a quartieri ghettizzati o periferie emarginate dal contesto socio-culturale del paese.
4) Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano una parte della provincia di Salerno che ha visto una larga diffusione della raccolta differenziata. Oltre a paesi collinari, mi riferisco ai tre maggiori centri: Capaccio, Agropoli, e anche Vallo della Lucania. Non dimentichiamo che nella Guida turistica della Michelin di ottanta anni fa, Vallo della Lucania viene riportato come paese turistico.
5) L’enogastronomia del Cilento e della Piana del Sele stanno raggiungendo vette altissime nelle guide di enogastronomia nazionali ed internazionali. La valorizzazione dei prodotti genuini della nostra terra sta assurgendo a livelli mai visti primi. Carciofi, finocchi, fagioli, ceci, vini, ortaggi, paste, dolciumi, salumi e formaggi, sono tutti di alta qualità ed apprezzati in tutte le tavole.
6) Le Sagre enogastronomiche del territorio richiamano annualmente migliaia di visitatori e buongustai che apprezzano anche musica e canzoni cilentane della tradizione, modernizzate e riproposte ad un pubblico sempre più esigente, da grossi artisti ( non riporto alcun nome per non fare torto a qualcuno avendolo dimenticato). Ma basta cercarli su YouTube per rendersi conto dell’alto livello artistico e culturale dei suddetti.
7) Il Cilento e la Piana del Sele, una volta oggetto e succube di un odioso quanto iniquo caporalato, hanno un livello di occupazione nel settore agricolo, dell’allevamento ( bafalino in particolare) che produce una mozzarella unica al mondo e prelibata e conosciuta anche nei paesi dell’estremo oriente.
8) Il Cilento e la Piana del Sele, pur conoscendo episodi di malavita generica, certamente non sono al livello di altre zone a nord o a sud del territorio in questione.
9) Pur non rappresentando “l’isola felice” dell’Italia Meridionale, il territorio è un faro nel mondo del terzo millennio.
10) Col nucleare questo faro non sarà meglio illuminato: verrà spento inesorabilmente. Distruggendo quello che gli antichi padri hanno costruito lottando contro i parassiti baroni ed i Borboni, loro complici, in una lotta impari che comunque ha dato i suoi risultati nel 1821, nel 1828, nel 1841, nel 1848.
Il Cilento e la Piana del Sele stanno bene così. Nucleare: no grazie!!!
Catello Nastro
giovedì 21 aprile 2011
Al Centro Sociale Polivalente di Agropoli
Al CSP di Agropoli
SERATA DI SOLIDARIETA’ E DI AUGURI DI BUONA PASQUA
Mercoledì 20 aprile 2011, nei saloni d’ingresso del Centro Sociale Polivalente “Città di Agropoli”, serata per lo scambio degli auguri di Pasqua. Ma questa è stata l’occasione non solo per riunirsi, ma anche per stare assieme e socializzare dalle ore 18 alle ore 21. Hanno presenziato il Sindaco di Agropoli avvocato Franco Alfieri, il vicesindaco ing. Mauro Inverso, l’assessore alla Solidarietà Sociale dottor Angelo Coccaro, il giornalista Lorenzo Barone, Presidente del CSP, il vice presidente prof. Catello Nastro, l’ex presidente signora Dora Capaldo, il prof. Antonio Infante, presidente della Libera Università di arte, lettere, musica e storia onlus di Agropoli. Dopo il saluto del sindaco, del vicesindaco e dell’assessore, il professore Catello Nastro, in riconoscimento per l’impegno profuso dai volontari della Croce Rossa Italiana a favori dei frequentatori del Centro, ha consegnato al signor Di Matteo, delegato, una gigantografia di un documento di guerra della CRI risalente al 1943. Una gigantografia della prima edizione de “I dolci natalizi delle nonne del Cilento” è stata consegnata per essere esposta nel salone d’ingresso del CSP cittadino alla signora Dora Capaldo animatrice, con una dozzina di socie del Sodalizio agropolese, della più famosa manifestazione degli ultimi anni definita dalla stampa locale “Glicemia party”, naturalmente per il suo apporto calorico e glicemico. Nella seconda parte della manifestazione, il Sindaco Alfieri ha mostrato la delibera per l’intitolazione di una piazzetta al poeta cilentano scomparso Giuseppe Volpe. Presenti alla manifestazione la vedova, il figlio ed una nipote che hanno declamato delle poesie in dialetto cilentano tratte dal suo libro “Penso e dico”. Vari i poeti e le poetesse presenti in sala che hanno reso il dovuto omaggio allo scomparso declamando liriche dello stesso o anche proprie. Il poeta Landolfi ha declamato due sue liriche che affrontavano i problemi sociali attuali riscuotendo applausi ed unanimi consensi. Alla fine, il buffet, allestito da Franco Spinelli ed Angelo Astone, con salumi e formaggi della nostra terra e vino prettamente cilentano, ampiamente degustato dagli astanti. Ha intervallato, in maniera canora, la simpatica manifestazione, il nonno civico tenore Pinuccio De Feo che ha dedicato al sindaco la canzone “Torna a Surriento”. Tutti presenti, escluso uno, i membri del direttivo: Barone, Nastro, Capaldo, Spinelli, Astone, Tarantino, Abeti, Colucci. Lo scambio degli auguri di Buona Pasqua ha concluso la simpaticissima serata.
Agropolicultura.blogspot.com
SERATA DI SOLIDARIETA’ E DI AUGURI DI BUONA PASQUA
Mercoledì 20 aprile 2011, nei saloni d’ingresso del Centro Sociale Polivalente “Città di Agropoli”, serata per lo scambio degli auguri di Pasqua. Ma questa è stata l’occasione non solo per riunirsi, ma anche per stare assieme e socializzare dalle ore 18 alle ore 21. Hanno presenziato il Sindaco di Agropoli avvocato Franco Alfieri, il vicesindaco ing. Mauro Inverso, l’assessore alla Solidarietà Sociale dottor Angelo Coccaro, il giornalista Lorenzo Barone, Presidente del CSP, il vice presidente prof. Catello Nastro, l’ex presidente signora Dora Capaldo, il prof. Antonio Infante, presidente della Libera Università di arte, lettere, musica e storia onlus di Agropoli. Dopo il saluto del sindaco, del vicesindaco e dell’assessore, il professore Catello Nastro, in riconoscimento per l’impegno profuso dai volontari della Croce Rossa Italiana a favori dei frequentatori del Centro, ha consegnato al signor Di Matteo, delegato, una gigantografia di un documento di guerra della CRI risalente al 1943. Una gigantografia della prima edizione de “I dolci natalizi delle nonne del Cilento” è stata consegnata per essere esposta nel salone d’ingresso del CSP cittadino alla signora Dora Capaldo animatrice, con una dozzina di socie del Sodalizio agropolese, della più famosa manifestazione degli ultimi anni definita dalla stampa locale “Glicemia party”, naturalmente per il suo apporto calorico e glicemico. Nella seconda parte della manifestazione, il Sindaco Alfieri ha mostrato la delibera per l’intitolazione di una piazzetta al poeta cilentano scomparso Giuseppe Volpe. Presenti alla manifestazione la vedova, il figlio ed una nipote che hanno declamato delle poesie in dialetto cilentano tratte dal suo libro “Penso e dico”. Vari i poeti e le poetesse presenti in sala che hanno reso il dovuto omaggio allo scomparso declamando liriche dello stesso o anche proprie. Il poeta Landolfi ha declamato due sue liriche che affrontavano i problemi sociali attuali riscuotendo applausi ed unanimi consensi. Alla fine, il buffet, allestito da Franco Spinelli ed Angelo Astone, con salumi e formaggi della nostra terra e vino prettamente cilentano, ampiamente degustato dagli astanti. Ha intervallato, in maniera canora, la simpatica manifestazione, il nonno civico tenore Pinuccio De Feo che ha dedicato al sindaco la canzone “Torna a Surriento”. Tutti presenti, escluso uno, i membri del direttivo: Barone, Nastro, Capaldo, Spinelli, Astone, Tarantino, Abeti, Colucci. Lo scambio degli auguri di Buona Pasqua ha concluso la simpaticissima serata.
Agropolicultura.blogspot.com
domenica 17 aprile 2011
CULTURA A SALERNO
Cultura a Salerno
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FULVIO IZZO
Sabato 16 aprile 2011, con inizio alle ore 17,30, nei saloni di “SPAZIO DONNA” in Piazza Ferrovia, a Salerno, è stato presentato il libro di Fulvio Izzo “Ottantavogliadiparlare”. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione artistico culturale “ALBATROS” di Salerno, dalla Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia, onlus, dalla Presidenza del Centro Sociale Polivalente di Agropoli, dallo Studio d’Arte e Cultura “CATELLO NASTRO” di Agropoli e da “SPAZIO DONNA” di Salerno. Hanno portato i saluti Valentina Marrandino,poetessa e pittrice, presidente di Albatros, Catello Nastro, poeta, scrittore e critico d’arte, vicepresidente del CSP della cittadina capoluogo del Cilento, Lorenzo Barone, giornalista e Presidente del Centro Sociale Polivalente di Agropoli , il professore Luigi Crescibene, cultore e scrittore, Antonio Infante, storico del Cilento e Presidente della Libera Università Internazionale, Fulvio Izzo, scrittore ed autore del libro che hanno relazionato ampiamente sulla interessante pubblicazione nata da un connubio tra lo scritto cartaceo e quello informale. Interessanti le relazioni del Crescibene e di Infante, che hanno fatto una approfondita analisi della originalità del volume di Fulvio Izzo di Pagani. La serata è stata allietata dalla voce del soprano Marisa De Silva e dal tenore Pinuccio De Feo, accompagnati dalla chitarra di Paolo Monizzi. Un rinfresco offerto dall’autore del libro ha completato una serata che ha visto la partecipazione di grosse personalità del mondo dell’arte e della cultura di Salerno ed anche parte della provincia.
Lorenzo Barone
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FULVIO IZZO
Sabato 16 aprile 2011, con inizio alle ore 17,30, nei saloni di “SPAZIO DONNA” in Piazza Ferrovia, a Salerno, è stato presentato il libro di Fulvio Izzo “Ottantavogliadiparlare”. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione artistico culturale “ALBATROS” di Salerno, dalla Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia, onlus, dalla Presidenza del Centro Sociale Polivalente di Agropoli, dallo Studio d’Arte e Cultura “CATELLO NASTRO” di Agropoli e da “SPAZIO DONNA” di Salerno. Hanno portato i saluti Valentina Marrandino,poetessa e pittrice, presidente di Albatros, Catello Nastro, poeta, scrittore e critico d’arte, vicepresidente del CSP della cittadina capoluogo del Cilento, Lorenzo Barone, giornalista e Presidente del Centro Sociale Polivalente di Agropoli , il professore Luigi Crescibene, cultore e scrittore, Antonio Infante, storico del Cilento e Presidente della Libera Università Internazionale, Fulvio Izzo, scrittore ed autore del libro che hanno relazionato ampiamente sulla interessante pubblicazione nata da un connubio tra lo scritto cartaceo e quello informale. Interessanti le relazioni del Crescibene e di Infante, che hanno fatto una approfondita analisi della originalità del volume di Fulvio Izzo di Pagani. La serata è stata allietata dalla voce del soprano Marisa De Silva e dal tenore Pinuccio De Feo, accompagnati dalla chitarra di Paolo Monizzi. Un rinfresco offerto dall’autore del libro ha completato una serata che ha visto la partecipazione di grosse personalità del mondo dell’arte e della cultura di Salerno ed anche parte della provincia.
Lorenzo Barone
OPERETTA A SCAFATI
Scafati
AL TEATRO SAN FRANCESCO DA PAOLA
Domenica 12 giugno 2011, al Teatro San Francesco da Paola di Scafati, in provincia di Salerno, con inizio alle ore 20, verrà rappresentata l’operetta “Il fermaglio” di Enzo Giordano tratta dal racconto in prosa di Marina Sole “ Lo scroccone”. Biglietto €.10,00. Pullman gratuito. L’evento viene proposto dal Comitato organizzatore e dalla Associazione lucana di Salerno. Per informazioni sull’interessante evento telefonare allo 089 750195 oppure 089 701461. Il fervore culturale che pervade tutta la provincia di Salerno, che in questi ultimi tempi, nonostante la crisi, sta vivendo un momento di grandi eventi di ottima qualità, ha toccato questa volta l’operetta che sta trovando sempre di più nuovi adepti e maggiore considerazione da parte del pubblico e delle istituzioni.
Comunicato stampa a cura di
Agropolicultura.blogspot.com
AL TEATRO SAN FRANCESCO DA PAOLA
Domenica 12 giugno 2011, al Teatro San Francesco da Paola di Scafati, in provincia di Salerno, con inizio alle ore 20, verrà rappresentata l’operetta “Il fermaglio” di Enzo Giordano tratta dal racconto in prosa di Marina Sole “ Lo scroccone”. Biglietto €.10,00. Pullman gratuito. L’evento viene proposto dal Comitato organizzatore e dalla Associazione lucana di Salerno. Per informazioni sull’interessante evento telefonare allo 089 750195 oppure 089 701461. Il fervore culturale che pervade tutta la provincia di Salerno, che in questi ultimi tempi, nonostante la crisi, sta vivendo un momento di grandi eventi di ottima qualità, ha toccato questa volta l’operetta che sta trovando sempre di più nuovi adepti e maggiore considerazione da parte del pubblico e delle istituzioni.
Comunicato stampa a cura di
Agropolicultura.blogspot.com
sabato 9 aprile 2011
Stati d'animo e poesia: civilta' ed ecologia
STATI D’ANIMO E POESIA: CIVILTA’ ED ECOLOGIA
La poesia non riproduce solamente stati d’animo avulsi dal pensiero, dai sentimenti, forse anche dai giorni e dagli anni, ma, sicuramente non prodotti dell’essere umano raziocinante. Questi potrà comporre prose scientifiche, relazioni tecniche, valutazioni ed indagini di mercato, senza dubbio più interessanti della poesia, più pratici, più utili per la società imprenditoriale ed economica. La produzione del poeta è avulsa da tutte queste prerogative o limitazioni, La poesia, a mio avviso, la possiamo trovare nella creazione o realizzazione artistica. Una scultura, un’opera pittorica, una canzone, unitamente alla musica è creazione. Forse anche nell’architettura possiamo trovare la poesia intesa come creazione. Ma penso che i casi sono pochi. L’architetto deve badare anche ad un utilizzo pratico e razionale della sua costruendo opera.. Inoltre qualsiasi palazzo, o edificio che dir si voglia, pur in una sua ottimale realizzazione, offende la natura. Il famoso hotel grattacielo del Dubai, rappresenterà senza dubbio una realizzazione di gran lusso, a sette stelle, che lo scrivente, con la sua pensione di impiegato statale non potrebbe nemmeno accedere ai modernissimi, velocissimi e supertecnologici ascensori. Certamente ci sono voluti anni per la progettazione ed anni per la realizzazione, ma con esso la poesia ha poco da spartire. E’ la poesia del mare e quella del cielo che impreziosiscono la struttura sia dal piano terra, sulla sabbia, sia al lussuoso appartamento per miliardari all’ultimo piano, verso il cielo. In questa ottica possono – e devono – essere considerate le opere umane. Certamente non sono il vecchio retrogrado ancora appiccicato agli antichi schemi. Anch’io abito in un appartamento provvisto di riscaldamento, di televisione, di cucina a gas e di frigorifero a corrente elettrica. Non abito in una palafitta né tanto meno in una capanna. Innovare nel rispetto della natura. Costruire secondo il necessario, il reale utilizzo, la salvaguardia della natura, il rispetto dei panorami, l’amore per il paesaggio naturale ed umano nel quale si vive e nel quale si opera. Purtroppo il pianeta sta perdendo il senso della misura per quando riguarda l’ecologia. Oggi si sente parlare tanto di inquinamento della terra, del mare e dell’aria. E sarà la strafottenza dell’uomo sempre più egoista, che potrà causare seri danni alla terra. L’usa e getta deve trovare un’alternativa. Non si può regalare ad un bimbo un giocattolo di marca proveniente addirittura da un altro continente, sapendo che dopo due giorni andrà a finire nell’immondizia. La sua gioia di un giorno potrebbe costare la tristezza di una vita. E quando oggi sentiamo parlare di prodotti a chilometri zero, incentiviamo il loro consumo o il loro utilizzo. Un cargo di container proveniente dalla Cina o dall’America consuma tonnellate di petrolio che vanno ad inquinare ed avvelenare il mare, un cargo aereo inquinerà l’aria, ed un tir la terra. Basta un poco di buona volontà. La natura è poesia: non trasformiamola in enorme pattumiera!!!
Catello Nastro
DAL N.13 DEL 9 APRILE 2011
DI “UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM
La poesia non riproduce solamente stati d’animo avulsi dal pensiero, dai sentimenti, forse anche dai giorni e dagli anni, ma, sicuramente non prodotti dell’essere umano raziocinante. Questi potrà comporre prose scientifiche, relazioni tecniche, valutazioni ed indagini di mercato, senza dubbio più interessanti della poesia, più pratici, più utili per la società imprenditoriale ed economica. La produzione del poeta è avulsa da tutte queste prerogative o limitazioni, La poesia, a mio avviso, la possiamo trovare nella creazione o realizzazione artistica. Una scultura, un’opera pittorica, una canzone, unitamente alla musica è creazione. Forse anche nell’architettura possiamo trovare la poesia intesa come creazione. Ma penso che i casi sono pochi. L’architetto deve badare anche ad un utilizzo pratico e razionale della sua costruendo opera.. Inoltre qualsiasi palazzo, o edificio che dir si voglia, pur in una sua ottimale realizzazione, offende la natura. Il famoso hotel grattacielo del Dubai, rappresenterà senza dubbio una realizzazione di gran lusso, a sette stelle, che lo scrivente, con la sua pensione di impiegato statale non potrebbe nemmeno accedere ai modernissimi, velocissimi e supertecnologici ascensori. Certamente ci sono voluti anni per la progettazione ed anni per la realizzazione, ma con esso la poesia ha poco da spartire. E’ la poesia del mare e quella del cielo che impreziosiscono la struttura sia dal piano terra, sulla sabbia, sia al lussuoso appartamento per miliardari all’ultimo piano, verso il cielo. In questa ottica possono – e devono – essere considerate le opere umane. Certamente non sono il vecchio retrogrado ancora appiccicato agli antichi schemi. Anch’io abito in un appartamento provvisto di riscaldamento, di televisione, di cucina a gas e di frigorifero a corrente elettrica. Non abito in una palafitta né tanto meno in una capanna. Innovare nel rispetto della natura. Costruire secondo il necessario, il reale utilizzo, la salvaguardia della natura, il rispetto dei panorami, l’amore per il paesaggio naturale ed umano nel quale si vive e nel quale si opera. Purtroppo il pianeta sta perdendo il senso della misura per quando riguarda l’ecologia. Oggi si sente parlare tanto di inquinamento della terra, del mare e dell’aria. E sarà la strafottenza dell’uomo sempre più egoista, che potrà causare seri danni alla terra. L’usa e getta deve trovare un’alternativa. Non si può regalare ad un bimbo un giocattolo di marca proveniente addirittura da un altro continente, sapendo che dopo due giorni andrà a finire nell’immondizia. La sua gioia di un giorno potrebbe costare la tristezza di una vita. E quando oggi sentiamo parlare di prodotti a chilometri zero, incentiviamo il loro consumo o il loro utilizzo. Un cargo di container proveniente dalla Cina o dall’America consuma tonnellate di petrolio che vanno ad inquinare ed avvelenare il mare, un cargo aereo inquinerà l’aria, ed un tir la terra. Basta un poco di buona volontà. La natura è poesia: non trasformiamola in enorme pattumiera!!!
Catello Nastro
DAL N.13 DEL 9 APRILE 2011
DI “UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM
ARMIAMOCI E ANDATE!!!
ARMIAMOCI E… ANDATE!!!
Penso che tutti se la ricordano questa frase pronunciata da uno dei più grandi attori comici del passato. Le frasi celebri oggi tornano di moda e l’opinionista attento ed oculato sceglie sempre il momento opportuno per citarle o addirittura – come in questo caso – farne il titolo di un articolo, o, se preferite, delle considerazioni. Considerazioni fatte da un ultrasettuagenario nato sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Perché dico questo? Primo perchè ritengo che possa esistere una guerra giusta ed una ingiusta, ma mai un guerra buona ed una cattiva. Le guerre – e non ci sta bisogno che lo dico io – non sono buone, perchè causano morti e feriti, danni e distruzione, solitudine e fame. E quelli della mia generazione ne sanno qualcosa… Raramente, oggigiorno, una guerra viene combattuta da uno stato contro l’altro, come si faceva tanti anni fa. Le organizzazioni internazionali hanno internazionalizzato anche la guerra. L’ONU e di poi la NATO, devono decidere la strategia e gli interventi chiaramente di ordine bellico. Quando in uno stato a regime dittatoriale, che sopprime le istanze dei poveri ricorrendo alle armi, si arriva alla rivolta armata o all’esodo di massa verso altri paesi che hanno studiato ed applicano il concetto della parola “solidarietà”, significa che qualcosa non va. Un esempio pratico. Se in Italia il pane aumenta del cinquanta per cento, pochi ci faranno caso, ma se un rincaro del genere avviene in un paese, chiaramente povero, con un reddito medio di cinquanta euro al mese per famiglia, allora i problemi del capofamiglia diventano seri. In questo caso l’appetito diventa fame con la F maiuscola. Quando poi si scopre che il paese ha delle ricchezze, che diventano monopolio di uno solo, di una famiglia o di una casta privilegiata, il fenomeno diventa grave, ingiusto, condannabile dalla comunità internazionale. Ed ora tiriamo in ballo i mass media, Non faccio la scoperta dell’America se affermo che una parte è faziosa perchè asservita a questo o quel partito politico, a questa o quella coalizione o addirittura a questa o quella corrente di quel minuscolo partito che, se assieme ed unito non fa sentire la sua voce, diviso diventa addirittura ridicolo. Diceva Pappagone, un altro grande del nostro teatro che fu: “ Ma siamo vincoli o sparpagliati???” . Ci sono anche giornalisti ed uomini politici che prima attizzano il fuoco e poi protestano perchè arde troppo. Bisognerebbe, innanzitutto, dare voce e trasparenza ai depositi e conti correnti nei paradisi fiscali. Quando sento parlare di miliardi di euro mi viene la pelle d’oca e non mi si rizzano i capelli in testa per il semplice motivo che sono calvo. Con la mia pensione di impiegato statale non mi lamento, in particolare modo da quando il medico mi ha detto che devo mangiare di meno, perché posso comperare il pane ed il companatico in offerta sempre speciale al supermercato. Ma vedere gente a Lampedusa che chiede solo un tozzo di pane ed un giaciglio al coperto, mi viene un magone tremendo. Questo lo posso dire e capire perché io, nato nel ’41, ho sofferto la fame. Proprio per questo vorrei che sulla faccia della terra nessuno più avesse a soffrire per un tozzo di pane ed un bicchiere d’acqua di fonte pura. Ma ritorniamo agli ipocriti: a quelli, cioè, che predicano bene ma razzolano male. Quanti ce ne stanno. La guerra è giusta ma non si deve fare!!! C’è la diplomazia! E quando fallisce la diplomazia? E l’ONU allora che ci sta a fare? E gli Americani in Italia, cosa sono venuti a fare? Forse era meglio che non venivano. Qualche bontempone ha detto che noi vogliamo imporre la nostra democrazia. Perché la nostra democrazia non è migliore della loro e di tutte le altre dittature? Meditate, gente, meditate. Ma prima di farlo lasciate i vostri interessi, i vostri pregiudizi e il vostro asservimento politico e politicizzato nel cestino per la raccolta differenziata.
Catello Nastro
PUBBLICATO SUL N.12 DEL 2 APRILE 2011 DI “UNICO SETTIMANALE” DI CAPACCIO - PAESTUM
Penso che tutti se la ricordano questa frase pronunciata da uno dei più grandi attori comici del passato. Le frasi celebri oggi tornano di moda e l’opinionista attento ed oculato sceglie sempre il momento opportuno per citarle o addirittura – come in questo caso – farne il titolo di un articolo, o, se preferite, delle considerazioni. Considerazioni fatte da un ultrasettuagenario nato sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Perché dico questo? Primo perchè ritengo che possa esistere una guerra giusta ed una ingiusta, ma mai un guerra buona ed una cattiva. Le guerre – e non ci sta bisogno che lo dico io – non sono buone, perchè causano morti e feriti, danni e distruzione, solitudine e fame. E quelli della mia generazione ne sanno qualcosa… Raramente, oggigiorno, una guerra viene combattuta da uno stato contro l’altro, come si faceva tanti anni fa. Le organizzazioni internazionali hanno internazionalizzato anche la guerra. L’ONU e di poi la NATO, devono decidere la strategia e gli interventi chiaramente di ordine bellico. Quando in uno stato a regime dittatoriale, che sopprime le istanze dei poveri ricorrendo alle armi, si arriva alla rivolta armata o all’esodo di massa verso altri paesi che hanno studiato ed applicano il concetto della parola “solidarietà”, significa che qualcosa non va. Un esempio pratico. Se in Italia il pane aumenta del cinquanta per cento, pochi ci faranno caso, ma se un rincaro del genere avviene in un paese, chiaramente povero, con un reddito medio di cinquanta euro al mese per famiglia, allora i problemi del capofamiglia diventano seri. In questo caso l’appetito diventa fame con la F maiuscola. Quando poi si scopre che il paese ha delle ricchezze, che diventano monopolio di uno solo, di una famiglia o di una casta privilegiata, il fenomeno diventa grave, ingiusto, condannabile dalla comunità internazionale. Ed ora tiriamo in ballo i mass media, Non faccio la scoperta dell’America se affermo che una parte è faziosa perchè asservita a questo o quel partito politico, a questa o quella coalizione o addirittura a questa o quella corrente di quel minuscolo partito che, se assieme ed unito non fa sentire la sua voce, diviso diventa addirittura ridicolo. Diceva Pappagone, un altro grande del nostro teatro che fu: “ Ma siamo vincoli o sparpagliati???” . Ci sono anche giornalisti ed uomini politici che prima attizzano il fuoco e poi protestano perchè arde troppo. Bisognerebbe, innanzitutto, dare voce e trasparenza ai depositi e conti correnti nei paradisi fiscali. Quando sento parlare di miliardi di euro mi viene la pelle d’oca e non mi si rizzano i capelli in testa per il semplice motivo che sono calvo. Con la mia pensione di impiegato statale non mi lamento, in particolare modo da quando il medico mi ha detto che devo mangiare di meno, perché posso comperare il pane ed il companatico in offerta sempre speciale al supermercato. Ma vedere gente a Lampedusa che chiede solo un tozzo di pane ed un giaciglio al coperto, mi viene un magone tremendo. Questo lo posso dire e capire perché io, nato nel ’41, ho sofferto la fame. Proprio per questo vorrei che sulla faccia della terra nessuno più avesse a soffrire per un tozzo di pane ed un bicchiere d’acqua di fonte pura. Ma ritorniamo agli ipocriti: a quelli, cioè, che predicano bene ma razzolano male. Quanti ce ne stanno. La guerra è giusta ma non si deve fare!!! C’è la diplomazia! E quando fallisce la diplomazia? E l’ONU allora che ci sta a fare? E gli Americani in Italia, cosa sono venuti a fare? Forse era meglio che non venivano. Qualche bontempone ha detto che noi vogliamo imporre la nostra democrazia. Perché la nostra democrazia non è migliore della loro e di tutte le altre dittature? Meditate, gente, meditate. Ma prima di farlo lasciate i vostri interessi, i vostri pregiudizi e il vostro asservimento politico e politicizzato nel cestino per la raccolta differenziata.
Catello Nastro
PUBBLICATO SUL N.12 DEL 2 APRILE 2011 DI “UNICO SETTIMANALE” DI CAPACCIO - PAESTUM
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